innovazionepa maggiogiugno2014 - page 17

S
tephen Brobst,
CTO di Tera-
data, è stato recentemente
protagonista di un incontro a
Roma per un Road show dedica-
to al mercato dei Big
Data in Italia.
Brobst è uno dei mas-
simi esperti interna-
zionali di Datawa-
rehousing e Business
intelligence ed è
membro di “Innova-
tion and Technology
Advisory Commitee”
del Presidente Barak
Obama.
In tale ambito ha svi-
luppato una chiara vi-
sione dei trend tec-
nologici di maggiore
rilevanza per lo svi-
luppo di servizi evoluti per i cit-
tadini.
A
ha rilasciato al-
cune considerazioni sui fenome-
ni tecnologici e organizzativi che
potranno avere più impatto sul-
la Pubblica Amministrazione nel
medio termine.
“Uno dei principali trend in cor-
so è rappresentato dagli Open
data, che riflette la volontà di mol-
ti Governi di diventare più tra-
sparenti attraverso la pubblica-
zione di ogni genere di dati pub-
blici per lo sviluppo di ogni ge-
nere di connessione e nuovi ser-
vizi. In America, il presidente
Obama, per esempio, ha credu-
to molto in questo aspetto, tan-
to che, durante il primo manda-
to, ha chiesto a tutte le agenzie
federali di mettere a disposizio-
ne i propri dati, mentre, con il se-
condo mandato, ha promulgato
una legge che ha reso obbliga-
torio farlo. Credo che il valore ge-
nerato da queste informazioni
sia qualcosa di veramente buono.
Non è nella natura delle Ammi-
nistrazioni Pubbliche lo sviluppo
di nuovi servizi o imprese inno-
vative: non hanno budget e nean-
che la vocazione ma, mettendo a
disposizione informazioni, im-
prenditori e investitori possono
assumersi il rischio di sviluppare
nuovi servizi, sperimentando ed
innovando. Poi, qualcosa funzio-
nerà, altre meno, ma si possono
realizzare cose di estremo valore:
lo vediamo in tanti settori, come
i trasporti, la salute, le informa-
zioni meteorologiche”.
Brobst cita il caso dei dati me-
teorologici incrociati con i dati di
vendita usati dalle catene di gran-
de distribuzione per prevedere i
consumi di determinati beni du-
rante i fine settimana.
Ma riconosce che
esistono anche diffi-
coltà complesse
(non soltanto in Ita-
lia) per un problema
generale di man-
canza di criteri stan-
dard e di qualità nel-
la gestione delle
informazioni nelle
Amministrazioni:
“Si tratta di una que-
stione per la quale è
necessario un con-
fronto all'interno del-
le organizzazioni pub-
bliche, ma anche tra
queste e le imprese”.
L'altro fenomeno di grande im-
patto sullo sviluppo dei servizi
innovativi è costituito, natural-
mente, dallo sviluppo di tutta la
tematica dei Big Data.
“È questa la vera frontiera, tanto
per il settore pubblico quanto per
lo sviluppo di servizi privati. Il pre-
sidente Obama, riunendo l'In-
novation and Technology Advi-
sory Commitee, ci ha chiesto di
analizzare come migliorare la
qualità della vita dei cittadini
americani in diversi ambiti: salu-
te, trasporti, istruzione, demo-
crazia. Il nostro compito era in-
dividuare le tecnologie che me-
glio potessero sostenere questo
processo di miglioramento.
La principale raccomandazione
della nostra Commissione, uti-
lizzata come incipit dell'Executi-
ve summary del documento fi-
nale, è stata che ogni agenzia fe-
derale dovesse quanto prima
adottare una strategia di impie-
go dei Big Data”.
Il potenziale in termini di cono-
scenza e supporto alle decisioni è
enorme.
Queste analisi potrebbero por-
tare gli amministratori a compiere
scelte più mirate e con maggio-
ri risultati, come spiega Brobst:
“Se ci chiediamo ad esempio
come investire dei fondi per fa-
vorire la ricollocazione di persone
disoccupate, possiamo pensare a
tante strade: dalla formazione ai
sussidi, al fornire migliore prepa-
razione per sostenere colloqui di
lavoro ecc. Ognuno può avere
opinioni diverse, ma investire sul-
la base di opinioni è pericoloso.
Una possibilità può essere quel-
la di sperimentare diverse mo-
dalità, confrontarle e poi reinve-
stire in quelle che hanno dato i ri-
sultati migliori.
È una metodologia applicata in
tutte le imprese evolute.
Non c'è ragione per cui non ven-
ga fatto anche dalle Amministra-
zioni Pubbliche”.
ARRIVANO I BIG DATA
S I
CENAR
LA VISION DI STEPHEN BROBST CTO DI TERADATA
Dagli Usa all'Italia
il presente è nei Big Data
Le decisioni strategiche si prendono sulla base dei fatti non delle opinioni
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MAGGIO GIUGNO 2014
IL PARERE DI TERADATA ITALIA
Nella stessa occasione,
Franco Vittone
, Amministratore delegato di
Teradata Italia, ha commentato:
"Tutti parlano da un po' di tempo a questa parte di Big Data, ma in
questo settore, fino a tutto lo scorso anno, solo poche aziende avevano
progetti concreti.
Teradata ha potuto lavorare su progetti concreti di Big Data dal mo-
mento che eBay e LinkedIn, nostri clienti, già da tempo hanno imple-
mentato attività importanti basate sulla tecnologia.
Possiamo però dire che, entro la fine di quest’anno, partiranno molti
altri progetti, e qualcuno anche in Italia.
La nostra risposta completa al “problema” dei Big Data si chiama UDA
(Unified Data Architecture), perché consente alle aziende di gestire ogni
tipo di dato (sia esso strutturato o non strutturato), proveniente da qual-
siasi fonte, all’interno di uno stesso ambiente.
Comprende anche le soluzioni per Big Data, come Aster (per l’anali-
si) e Hadoop (l’open source, che si integra perfettamente in UDA)"
.
Schema UDA
Stephen Brobst - CTO Teradata
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