Executive maggio-giugno 2013 - page 66

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iverse aziende si stanno spostando verso gli ambienti di col-
laborazione perché ritengono che questo approccio diven-
terà la normalità in ambito lavorativo. L’idea è in sostanza quella
di adottare il modello del social networking per le interazioni e le
finalità aziendali, con molti dei prodotti disponibili che sono ba-
sati su tecnologie che permettono a dipendenti, clienti e partner
di collegarsi, comunicare e collaborare per operare in modo più
efficiente e risolvere i principali problemi.
Tante aziende hanno però poca esperienza in quest’area o han-
no deciso di esternalizzare la propria infrastruttura, cercando
di conseguenza un fornitore di servizi che possa offrire le com-
petenze necessarie. A questo riguardo occorre ricordare che,
poiché le implementazioni di questo tipo coinvolgono processi
altamente integrati, le competenze e l’esperienza del fornitore ri-
vestono un’importanza essenziale. Chi può vantare tra le proprie
competenze centrali la capacità di implementare ambienti di col-
laborazione efficaci avrà d’altro canto un vantaggio a lungo ter-
mine, perché sarà considerato strategico nei settori verticali del
mercato.
Un piano sostenuto dal senior management
Quando si tratta di implementare un ambiente di collaborazio-
ne, una best practice è quella di creare un business case che
tenga conto delle vecchie tecnologie, dei nuovi costi e dei nuo-
vi processi. In particolare, occorre rivedere la spesa per email e
portali in modo da predisporre un piano di investimento corret-
to per le nuove tecnologie di collaborazione. Per la preparazione
del proprio business case bisogna quindi considerare che alcuni
fornitori di servizi offrono capacità di collaborazione mainstream
nell’ambito di un ambiente hosted o di un’offerta di cloud pubbli-
co, due soluzioni che permettono di adottare un modello di pa-
gamento ‘a consumo’ basato sul numero di utenti. Questo ap-
proccio consente di limitare al minimo l’investimento di capitale,
con una spesa variabile basata sull’utilizzo effettivo e sulla velo-
cità di adozione. L’organizzazione dovrà poi prendere autono-
mamente le eventuali decisioni riguardo alle modalità di imple-
mentazione specifiche. In questa fase va inoltre considerato che
il costo di ritenzione dei nuovi dipendenti è un fattore sostanzia-
le, perché l’assunzione, la formazione e la sostituzione di un di-
pendente possono comportare costi considerevoli. Un aspetto
importante perché la tecnologia influisce sul desiderio dei dipen-
denti di restare in una data azienda. La nuova forza lavoro, tra
l’altro, non considera la email lo strumento centrale della propria
attività, perciò è incline a vedere negativamente la mancanza di
un approccio collaborativo.
Viceversa, una base di dipendenti che utilizzi un insieme di tec-
nologie collaborative sarebbe percepita come un elemento po-
sitivo e potrebbe portare a percentuali di ritenzione più elevate.
Proseguendo, è importante non sottovalutare la capacità di un
gruppo collaborativo di documentare e acquisire idee e compe-
Collaborazione
in
ouTSourcing
:
come andare oltre l’e-mail
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maggio-giugno 2013 
Chi è interessato a implementare una nuova piattaforma dovrebbe valutare attentamente
vari fattori, partendo dall’esperienza del fornitore di servizi
David Edward Ackerman*, William Maurer**
Foto: © rikilo - Fotolia.com
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