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Le banche italiane hanno dato avvio a una razionalizzazione
delle reti, ma senza un’effettiva rivisitazione delle logiche con
le quali esse sono state costruite, privilegiando il
mantenimento dei livelli di diffusione e capillarità attuali,
nonostante la forte riduzione di operatività degli sportelli
fisici. Altre industry, invece, si pensi alla GDO, l’automotive, la
distribuzione cinematografica, che hanno affrontato momenti
di discontinuità simili, hanno proceduto non solo a forti
razionalizzazioni delle proprie reti commerciali, ma anche a
un cambiamento del modello di servizio, rinunciando alla
prossimità a favore di un minor numero di punti distributivi di
dimensioni maggiori, con una più ampia offerta e in location
più idonee a garantire livelli e gamma di servizio.
Per il sistema bancario in Italia sarebbe più opportuno
procedere secondo un percorso analogo, riorganizzando
le strutture distributive su meno sportelli a operatività
completa, con elevata gamma e livelli di servizio,
posizionati in luoghi strategici e più trafficati e con orari
di apertura estesi.
Il modello di stima KPMG
In questo scenario di trasformazione del modello di
servizio e della conseguente razionalizzazione delle reti
bancarie che si va delineando, KPMG ha sviluppato un
modello per stimare la potenziale riduzione del numero di
sportelli in Italia. Il modello integra l’attesa riduzione di
operatività degli sportelli fisici con variabili di natura
geografica e di natura demografica. La riduzione del
numero di sportelli si basa, infatti, sulla stima della
riduzione di operatività tipica di uno sportello fisico in
ragione dei cambiamenti socio-demografici e tecnologico-
comportamentali, con una differenziazione successiva in
funzione della tipologia del territorio (dimensione, densità
degli sportelli, densità della popolazione) e dell’attuale
livello di presidio da parte dei gruppi bancari.
Il forte sviluppo dei prodotti di internet banking a costi
sensibilmente inferiori per la clientela, l’evoluzione
tecnologica e la recente crisi economica, soprattutto per
quel che riguarda l’attività di vendita/advisory, sono solo
alcuni dei fattori che hanno comportato tra il 2007 e il 2011
una considerevole riduzione di operatività degli sportelli
fisici, sia di tipo transazionale (circa -35%), sia dal punto di
vista del selling e della consulenza (circa -25%). In futuro è
Quale futuro per la rete degli sportelli in Italia?
(abstract dalla Ricerca Sportelli bancari e nuovi modelli organizzativi, curata da KPMG Advisory Spa)
ragionevole attendersi la prosecuzione di tale trend anche
per effetto dell’evoluzione dei fattori regolamentari,
macroeconomici, demografici e sociali e di quelli culturali,
tecnologici e comportamentali e della conseguente, nonché
necessaria, trasformazione del modello di servizio. La
riduzione attesa dell’operatività transazionale combinata con
quella relativa all’attività di vendita/advisory porta a stimare
una riduzione media dell’operatività complessiva degli
sportelli intorno al 40%-45% rispetto ai valori del 2006-2007.
Partendo da questa stima KPMG ha sviluppato un’analisi
differenziata per tipologia di territorio, classificando tutti i
comuni italiani ove è presente almeno uno sportello bancario
(oltre 8.000) in 4 cluster sulla base del numero di abitanti.
Il primo cluster
individuato è composto dai sei comuni con un
numero di abitanti superiore alle 500.000 unità (Roma,
Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova).
Il secondo cluster
comprende i comuni con popolazione compresa tra i 100.000
e i 500.000 abitanti.
Il terzo cluste
r è composto dai comuni
con numero di abitanti compreso tra i 50.000 e i 100.000.
Infine,
l’ultimo cluster
comprende tutti i comuni con abitanti
inferiori alle 50.000 unità.
Da un punto di vista metodologico le analisi sulla
razionalizzazione della rete sportelli sono state condotte a
livello di singolo comune per i primi tre cluster, mentre per il
quarto cluster i comuni sono stati aggregati e le analisi
quantitative sono state condotte a livello di provincia. Come
anticipato, la razionalizzazione del numero di filiali si basa
sull’attesa riduzione di operatività degli sportelli, ma viene
differenziata in base a due variabili:
• la ‘bancarizzazione’ del territorio
• il livello di presidio del territorio da parte dei singoli
gruppi bancari.
I benefici sui costi operativi delle banche
La razionalizzazione della rete di sportelli comporterebbe
per i gruppi bancari italiani significativi risparmi di costo e
un conseguente miglioramento del profilo di redditività. Le
banche otterrebbero benefici economici, in relazione alla
gestione del patrimonio immobiliare, ai costi
dell’informatica distribuita, alle postazioni di lavoro, alla
trasmissione dati, alle spese telefoniche, alle stesse spese
‘generali’ (pulizia delle filiali, utenze, sicurezza e vigilanza,
trasporto valori e le spese postali).
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Officelayout 158
luglio-settembre 2014
La seconda vita dello sportello bancario
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