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Officelayout 158
luglio-settembre 2014
da porre in essere per raggiungere l’obiettivo di un elevato ri-
sparmio. Per poter attuare un efficiente “sistema di gestione”
dei consumi energetici, occorre individuare le principali cri-
ticità e i punti deboli di un sistema energivoro aziendale, par-
tendo da un’attività di “audit energetico”, che consente di
valutare lo stato attuale e identificare i possibili spazi di mi-
glioramento. Fin qui tutti d’accordo. Ma come queste otti-
mizzazioni si sposano con il processo di produzione
dell’azienda? Sono risparmi realmente fattibili, o restano sulla
carta “ai posteri”?
Verso un risparmio sostenibile
Per “risparmio energetico” quindi intendiamo tutte le inizia-
tive intraprese per ridurre fattivamente i consumi di energia
(sia elettrica che termica), anche in termini di energia prima-
ria, adottando comportamenti virtuosi e modelli di consumo
improntati a un utilizzo più responsabile delle risorse ener-
getiche disponibili. In effetti si potrebbe parlare di Risparmio
Sostenibile. Questi concetti, sono strettamente legati tra di
loro, perché è evidente che migliorare l’efficienza di un pro-
cesso significa risparmiare energia, cosi come risparmiare
energia contribuisce a rendere globalmente efficiente un si-
stema, dato che l’energia risparmiata può essere impiegata
per altri scopi. Dipende sempre dal punto di vista con cui si
approccia l’argomento: più “socio-culturale” nel caso del ri-
sparmio, più “tecnico-economico” nel caso dell’efficienza. È
facile intuire la portata di questa tematica perché ogni
aspetto della vita quotidiana è legato all’utilizzo di energia.
Non pensiamo solamente ai grandi trasformatori di media
tensione, ma anche alle luci degli uffici, all’utilizzo degli
ascensori o all’impiego dell’acqua (quasi sempre potabile e
pura, limpida e cristallina anche dove e quando non serve).
Le motivazioni che spingono le aziende e i privati a investire
in progetti di efficientamento energetico e negli interventi
di riordino e riqualificazione delle strutture, degli impianti
tecnologici e nelle fonti rinnovabili, sono essenzialmente:
Motivazioni finanziarie
, poiché gli interventi di riqualifica-
zione realizzati consentono di:
• ridurre consumi e costi energetici
• beneficiare degli incentivi
• migliorare l’efficienza dei processi produttivi
Motivazioni industriali
perché come conseguenza diretta di
tali interventi, c’è un ulteriore ritorno economico che per-
mette di:
• supportare l’innovazione
• migliorare l’immagine aziendale
• migliorare l’efficienza energetica degli edifici, la loro valu-
tazione economica e la qualità abitativa
Motivazioni sociali ed etiche
quasi sempre una conseguenza
delle precedenti motivazioni. È infatti estremamente raro che
un’azienda o un privato approcci il problema dell’efficienza
energetica del proprio stabilimento o del proprio immobile,
partendo da una motivazione etica. Siamo coscienti della si-
tuazione, ma non disperiamo che questa possa, in un futuro
prossimo, diventare un momento iniziale di una serie di com-
portamento virtuosi.
Le motivazioni del Facility Manager
Completano le motivazioni aziendali quelle del Facility Mana-
ger, portato a intervenire attivamente nella complesse scelte
di efficientamento energetico. La pragmaticità della funzione
obbliga infatti a una misurazione costante e continua sia del
processo di efficientamento, sia dei risultati che questo com-
porta, o dovrebbe comportare e ad adottare azioni correttive.
Tecnicamente si parla di “prestazioni dell’edificio”, “periodo
di performance” e di raccolta di tutte le pratiche di gestione
per una attenta analisi. A questo punto il semplice efficen-
tamento energetico ci porta a un concetto di sostenibilità
dell’edificio (già dell’edificio, non esistono solo gli impianti),
che può essere realmente sostenibile se la conduzione e l’ef-
ficientamento sono misurabili. In questo modo chiudiamo il
loop “necessità-progettazione-realizzazione-gestione”, dove
necessità e gestione devono rispecchiare le stesse esigenze.
In concreto la sostenibilità del building comprende le se-
guenti aree tematiche:
• misura dell’efficienza energetica e delle emissioni;
• misura dell’utilizzo di fonti rinnovabili;
• misura dei risultati raggiunti nella mobilità sostenibile;
• misura del risparmio di acqua potabile;
• utilizzo di procedure e prodotti a basso impatto per la ma-
nutenzione del verde e degli esterni;
• utilizzo di procedure e prodotti a basso impatto per i servizi
di pulizia;
• utilizzo di prodotti locali e/o biologici per i servizi mensa;
• procedure e misure nella gestione del ciclo dei rifiuti;
• prestazioni e procedure per il mantenimento di una buona
qualità dell'aria interna;
• misura delle prestazioni per le policy di green procurement;
• verifica dei piani di manutenzione programmata degli im-
pianti.
Come si può vedere, dalla semplice energia siamo passati alla
gestione dell’edificio e alle procedure di gestione e controllo
di acqua e rifiuti, che sono pur sempre energia. Tale approc-
cio a 360° è tipico del Facility manager perché è insito nella
figura professionale il cosiddetto “approccio integrato alla
gestione dell’edificio”. I tempi romantici di quando si diceva:
“..tuca nient..”
sono finiti da tempo, ora inizia la vera sfida
e i Facility Manager sono pronti!
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