Executive marzo - aprile 2011 - page 20

LA FIBRA FORTE DELL’ABRUZZO
innovative, per un investimento complessivo di 8 milioni di euro
provenienti da fondi europei.
Il discorso sulle start-up ci offre l’assist per affrontare i temi
della disoccupazione e della imprenditorialità giovanile…
Temi che sono di competenza di un altro assessorato, quello per
le politiche giovanili, con cui collaboriamo in maniera sinergica.
Però alcune cose vorrei comunque dirle. A fronte dell’aumento
delle esportazioni, dell’incremento della produzione delle aziende,
di un Pil che ha invertito la tendenza negativa, il dato sull’occu-
pazione, soprattutto di quella giovanile e femminile, resta nega-
tivo, attestandosi al 30% circa. In questo senso, penso sia
speculare il fenomeno recente dell’aumento delle partite Iva: ne-
gativo da una parte, perché conseguenza anche dell’evento ca-
tastrofico dell’aquilano, positivo dall’altro perché indica una
grande voglia di lavorare e di mettersi in gioco.
Avete anche un discorso aperto con Sviluppo Italia. Di cosa
si tratta?
Stiamo trattando con Sviluppo Italia l’acquisizione di tre incu-
batori con sedi rispettivamente a Mosciano, Avezzano e Sul-
mona, sinora decisamente sottoutilizzati. La nostra intenzione
è di metterli in rete all’interno dei poli di innovazione. Si tratta di
capannoni e altre strutture utilizzate da Sviluppo Italia al mas-
simo al 50%, che vorremmo offrire al territorio, soprattutto a gio-
vani imprenditori, dando loro incentivi sotto forma di education
e di servizi a costi molto vantaggiosi. Con l’acquisizione, la ge-
stione del D.L. 185/2008 (misure urgenti per il sostegno a fami-
glie, lavoro, occupazione e impresa) passerebbe da Sviluppo
Italia ad Abruzzo Sviluppo, la nostra società in house che, a
detta di tutti, funziona piuttosto bene.
C’è poi il discorso delle reti d’impresa…
Nel mese di aprile di quest’anno è partito il progetto “Abruzzo
2015”, per un investimento di 10 milioni di euro, frutto di un ac-
cordo di programma con il ministero dello sviluppo economico. Es-
sendo interdomini, le reti sono strutture orizzontali, l’obiettivo è di
massimizzare le sinergie nell’utilizzo dei fondi per lo sviluppo. Nella
nostra visione, reti di impresa e poli di innovazione formano un clu-
ster da riconsegnare a chi vive il territorio, liberandolo da ipoteche
politiche e di partito. In questo nuovo quadro, la Regione dà le linee
guida, mentre le imprese individuano le esigenze, i servizi, le ne-
cessità del territorio. Tutto questo lo facciamo per rendere la nostra
regione sempre più attrattiva, abbattendo tutti gli ostacoli che si
frappongono a chi vuole investire in Abruzzo. Uno degli ostacoli più
grandi sta nel fatto che, a causa dei conti della Sanità, la nostra è
una delle regioni italiane con la più elevata imposizione fiscale. Eb-
bene, nel breve periodo le imposte dovrebbero ridursi molto per ef-
fetto delle azioni messe in atto per risanare il bilancio.
sono presenti università, enti di ricerca, enti locali, aziende, e
hanno l’obiettivo di aggregare, dare potere contrattuale e peso
specifico a settori in cui i singoli soggetti da soli avrebbero poche
chance di successo in molte attività come l’export e l’interlocu-
zione con la comunità europea.
La proposta è diretta a tutte le imprese dei singoli domini?
Certo. La scelta della Regione è strategica, considerato il tes-
suto produttivo della regione formato da piccole e piccolissime
imprese. Il polo d’innovazione deve “contenere” un numero mi-
nimo di 40 imprese da aggregare. Imprese che da sole mai spen-
derebbero un soldo in ricerca e innovazione. D’ora in poi, i poli,
nei quali ricordo avranno un ruolo decisivo le università e gli enti
di ricerca, e le reti d’impresa saranno i destinatari dei bandi. Le
imprese, le attività di ricerca, di formazione e di servizi all’interno
dei poli potranno usufruire di incentivi e premi. A breve, sarà ema-
nato un bando rivolto a giovani imprenditori di aziende start-up
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