l’interno di un quadro di riferimento generale, al fine di evitare la
proliferazione incontrollata di iniziative. Siamo coscienti che l’ICT
rappresenta una risorsa che consente di migliorare e sviluppare
la competitività e che può portare a significativi vantaggi econo-
mici se correttamente utilizzata. In caso contrario rappresenta
unicamente un costo. Ci siamo pertanto dati obiettivi strategici
chiari: una infrastruttura di governance in grado di seguire i sin-
goli interventi step-by-step, la valorizzazione delle infrastrutture
esistenti, la realizzazione di servizi di e-government.
Per fare tutto questo, dal punto di vista tecnologico serve
banda larga a gogò…
Ed è proprio quello che stiamo facendo, lavorando su tre progetti.
Il primo, con fondi Fesr per 47 milioni di euro di cui 25 destinati
alla infrastruttura, gli altri sui servizi di gestione; il secondo, con lo
stanziamento di fondi Psr e del ministero delle comunicazioni per
10 milioni di euro, il terzo, con il quale contiamo di completare la
copertura del digital divide, con fondi Fas per un totale di 19,6 mi-
lioni di euro. Queste cifre sono esterne al piano nazionale di 800
milioni per la banda larga, che non sono ancora disponibili.
Quali sono le prospettive?
Infinite, e tutte positive. Un esempio? Se entro il 2013 riuscis-
simo nell’impresa di superare il digital divide, e se nel frattempo
gli 800 milioni per la banda larga dovessero rendersi disponibili,
diventerebbe realtà la rete di Medici Medicina Generale, applica-
zione della Regione per la realizzazione del Fascicolo Sanitario In-
dividuale, molto apprezzata al ForumPA.
Una serie di iniziative molto sfidanti, come si usa dire. Per le
quali occorre una governance rigorosa e senza intoppi.
Quali sono le realtà costituenti il sistema di intervento re-
gionale per lo sviluppo economico?
Sono soprattutto tre: Fira Spa (Fira sta per Finanziaria regionale
abruzzese), Abruzzo Sviluppo Spa, Arit. La missione della prima
è cambiata, da organismo di gestione di agevolazioni a sog-
getto per il sostegno finanziario al sistema delle imprese. In que-
sto senso, gestirà attività legate allo sviluppo della finanza delle
Pmi, quali, ad esempio, gli strumenti di finanza innovativa.
Abruzzo Sviluppo, società per azioni partecipata al 100% da
Regione Abruzzo, supporterà la Direzione regionale sviluppo
economico nelle attività di promozione industriale, sostegno e
qualificazione del sistema industriale regionale attraverso azioni
finalizzate all’aumento della competitività del territorio, sostegno
alle attività di internazionalizzazione delle imprese abruzzesi.
L’Arit, infine, diventerà partner di riferimento per il sistema eco-
nomico per quel che riguarda ICT, innovazione e ricerca, in rete
coi partner europei.
LA FIBRA FORTE DELL’ABRUZZO
Qual è il suo pensiero sul federalismo fiscale?
Non si può non essere d’accordo con un provvedimento che im-
pone agli amministratori degli enti locali maggiore senso di re-
sponsabilità e che instauri una proporzionalità diretta fra le
imposte riscosse in una determinata area territoriale e le imposte
effettivamente utilizzate dall’area stessa. È evidente che per con-
seguire questo risultato c’è bisogno di una classe politica capace.
Non ci sarà più spazio per inefficienze e sprechi, né per scostare
le proprie responsabilità, visto che l’operato degli amministratori
dovrà essere chiaro e trasparente, sotto gli occhi di tutti.
Secondo lei, quale impatto avrà il federalismo sull’econo-
mia abruzzese?
La nostra regione parte col piede giusto, perché i dati economici ri-
levano già ora un sostanziale equilibrio fiscale tra flussi in entrata e
flussi in uscita. Certo è, però, che la responsabilizzazione che inve-
ste gli amministratori locali nell’ottica federale probabilmente com-
porterà la necessità di porre in essere virtuosismi imprevisti e
improvvisi nella gestione delle risorse pubbliche. Uso un eufemi-
smo per non parlare esplicitamente di probabili aumenti della fi-
scalità locale.
In quale misura le parti sociali sono coinvolte nelle scelte
politiche?
Il 13 aprile abbiamo siglato un Patto per lo Sviluppo tra Regione
Abruzzo, parti sociali (organizzazioni sindacali e datoriali) e gli altri
soggetti del partenariato economico-sociale. La finalità è fare si-
stema, interpretare le esigenze del territorio in un’ottica di sistema,
e portare all’attenzione delle politiche nazionali le aree di crisi. In par-
ticolare, abbiamo individuato la Valle Peligna e la Val Vibrata, a cui
a breve si aggiungerà la Val Pescara. Sono previsti due strumenti
principali per l’attivazione del Patto per lo Sviluppo: la Consulta re-
gionale per lo Sviluppo e l’Unità per le aree e le situazioni di crisi.
Parliamo di ICT.
Ovviamente, in tutte le iniziative di cui abbiamo parlato sinora,
l’ICT ha un ruolo decisivo e trasversale a tutti i settori. Noi pen-
siamo che investire nell’innovazione tecnologica sia fondamen-
tale per uscire dalla crisi e rilanciare le attività produttive. In questo
ambito, ci portiamo dietro il fardello di una storica arretratezza. Si
pensi che dal 2002, anno di avvio di una serie di interventi per
l’ICT in Abruzzo, al 2008, si sono spesi 6,64 euro per cittadino
l’anno, un valore nettamente inferiore alla media nazionale. Per il
biennio 2009-2010, abbiamo deciso un incremento del 2%, e
pensiamo a ulteriori aumenti per i prossimi anni.
C’è un piano organico per lo sviluppo dell’ICT?
Abbiamo approntato un piano per lo sviluppo della società del-
l’informazione, a cui sottende la visione di darsi delle priorità al-
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marzo-aprile 2011