Due anni fa, il terremoto aquilano si portò via oltre 300 vite e
un prezioso patrimonio artistico e architettonico. Il disastro
assestò un colpo durissimo a un’economia già toccata dalla
crisi economica. Quali interventi avete messo in atto?
Il sisma ha colpito una parte limitata ma importante del territorio
abruzzese, caratterizzata da una significativa presenza industriale
(si pensi al distretto farmaceutico aquilano), ma anche rurale, già
interessata da fenomeni di spopolamento. Sono state danneg-
giate o distrutte opere d’arte e architettoniche, infrastrutture, edi-
lizia pubblica e privata e, direttamente o indirettamente,
l’economia reale. Oggi, molte imprese hanno ripreso l’attività,
altre hanno chiuso, altre stentano. Il nostro assessorato ha de-
stinato risorse del fondo europeo per lo sviluppo per un totale di
Chi è Alfredo Castiglione
Pescarese, classe 1958, tributarista, Alfredo Castiglione è
vicepresidente e Assessore allo sviluppo economico, all’in-
novazione tecnologica e all’informatica della Regione
Abruzzo. Castiglione vanta una lunga esperienza in qualità
di amministratore pubblico. Per 15 anni consigliere comu-
nale di Pescara, nel 2000 è stato eletto con oltre 5.000 voti
risultando il primo dei candidati di Alleanza Nazionale in
Abruzzo; ha ricoperto l'incarico di vicepresidente del Con-
siglio Regionale e Assessore al Bilancio. Rieletto nel 2005
con oltre 9.000 voti, primo degli eletti del centrodestra in
Abruzzo, ha svolto l'incarico di capogruppo di Alleanza Na-
zionale. In seno al Consiglio è stato componente della com-
missione: I (bilancio), II (territorio ed enti locali), III
(agricoltura), IV (attività produttive), V (sanità). È stato rieletto
per la terza volta in Regione nel dicembre 2008 con 8.290
voti. Da sempre impegnato nel terzo settore, nel volonta-
riato e nei rapporti con le associazioni di categoria, ha una
figlia, Mariarita, di 19 anni. Appassionato da sempre di ci-
nema italiano e di filatelia, è tifoso interista.
LA FIBRA FORTE DELL’ABRUZZO
45 milioni di euro con l’obiettivo di creare le condizioni per un re-
cupero il più rapido possibile delle attività produttive.
Al di là di fatti congiunturali, sull’economia abruzzese grava
uno storico gap strutturale…
I ritardi storici ci sono, e sono quelli comuni alle regioni del cen-
tro-sud. Nella fase attuale, l’impatto della crisi economica sulla
economia abruzzese è aggravato dal commissariamento del set-
tore Sanità, che assorbe la maggior quantità delle risorse finan-
ziarie. Senza dimenticare che anche la ricostruzione
post-terremoto è commissariata. Una situazione che non con-
sente di disporre di risorse endogene e che costringe a ottimiz-
zare le risorse che arrivano dallo Stato e dalla Comunità europea.
Un contesto che impone una svolta decisiva, un cambio di passo
e di mentalità: alla classe dirigente regionale, agli imprenditori,
alle comunità e agli amministratori locali, a tutti quelli che sul ter-
ritorio vivono e operano. Un cambiamento che con una serie di
riforme cerchiamo di portare a compimento in questa legislatura.
Devo dire, non senza difficoltà…
Un film già visto in altri luoghi e altre situazioni. A fronte di
cambiamenti radicali che mettono in discussione una situa-
zione cristallizzata e rendite di posizione frutto di decenni di
inefficienza politico-amministrativa, si registrano forti resi-
stenze…
Per troppo tempo, un po’ come tutte le regioni del centro-sud, la
Regione Abruzzo è stata governata con l’ottica del localismo e del
campanilismo, suddivisa in aree e sottoaree presidiate militarmente
da tal partito o da tal personaggio politico. Questo ha portato a un
gigantismo strutturale, senza alcuna giustificazione con la realtà
produttiva ed economica di una piccola regione come la nostra. Al-
cuni numeri? Circa 33 ospedali, più o meno 75 consorzi fidi, sei
Asl, sette consorzi industriali. Prendiamo il caso di questi ultimi,
che riguardano più da vicino l’attività del mio assessorato. I sette
consorzi, creati con i fondi della cassa del mezzogiorno, non hanno
mai avuto una visione globale dello sviluppo regionale, e non sono
mai riusciti ad attrarre in Abruzzo capitali e imprese. Il nostro as-
sessorato ha affrontato seriamente il problema.
Attraverso quali azioni?
Con un progetto di legge regionale, già approvato dalla giunta e
ora all’attenzione delle commissioni, per la fusione dei sette con-
sorzi in un solo consorzio regionale. Però, è l’intera visione che
cambia: la nuova geografia industriale della regione privilegia i
poli di innovazione e le reti di impresa. Sono stati individuati dieci
domini di innovazione, dall’Ict, all’agrindustria, dal chimico- far-
maceutico, all’agroalimentare, all’automotive e metalmeccanico,
ad altri ancora. Tutte realtà già esistenti, che mettiamo in rete. I
poli sono strutture verticali di respiro regionale, al loro interno
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marzo-aprile 2011