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ottobre 2016
Integrare le diverse componenti
Il primo punto d’attenzione rilevato dai partecipanti
è il fatto che, in un moderno data center, ci deve
essere una
maggiore integrazione tra le diverse
componenti,
a cominciare da quelle elettriche e
IT. “Troppo spesso, infatti, il singolo componente
viene visto come a sé stante, mentre, per ottenere
i saving richiesti, è necessario avere una vista uni-
voca di tutta l’infrastruttura”, ha commentato
Clau-
dio Gatti
di Riello. Tale integrazione è necessaria
in particolar modo nel settore manufacturing, fiore
all’occhiello dell’economia italiana, che ci vede an-
cora al secondo posto tra i Paesi europei. A volte,
infatti, sistemi produttivi avanzatissimi convivono
con sistemi gestionali molto più obsoleti, creando
una evidente dicotomia tra la fase produttiva e tutti
gli altri processi aziendali.
“Naturalmente esistono le eccezioni e/o le speri-
mentazioni (ad esempio simil-data center integra-
ti all’interno di macchine utensili), ma si tratta di
episodi ancora sporadici, che dovrebbero essere
valorizzati per stimolare altre aziende a intrapren-
dere lo stesso percorso”, ha sottolineato
Alessio
Nava
di Rittal. Il vero passaggio all’Industria 4.0
si avrà quando si saranno superate tutti i dubbi
e le perplessità legati all’introduzione di capacità
computazionale, di archiviazione e di connettività
all’interno di qualsiasi componente, dal prodotto
finito al più piccolo dei relè. “Barriere più che altro
di carattere culturale e psicologico, perché a livello
tecnologiche il mercato o re ormai soluzioni in gra-
do di venire incontro a qualsiasi tipo di esigenza”,
ha ricordato
Enrico Piazzi
di Emerson.
Il valore del software
Per far dialogare in maniera fluida e coerente una
gamma sempre più ampia di componenti ‘intelli-
genti’ il software è naturalmente fondamentale, e
non stupisce, quindi, che tutti i principali operatori
che si occupano di infrastrutture negli ultimi anni
abbiano sviluppato - internamente o tramite acqui-
sizioni - competenze specifiche in questo ambito.
“I sistemi Dcim (data center infrastrucutre manage-
ment) si stanno arricchendo di funzionalità sempre
più ampie e personalizzabili perché solo automa-
tizzando il rilevamento e il monitoraggio continuo
del funzionamento di tutti gli apparati è possibile
mettere in atto una governance globale delle infra-
strutture e dei processi ad esse correlati”, ha evi-
denziato
Gian Piero De Martino
di Panduit.
Tutti i parametri che concorrono al buon funzio-
namento di una infrastruttura - climatizzazione,
umidità, illuminazione, consumi energetici ... - sono
importanti, ma in questo momento i riflettori sono
puntati soprattutto sull’ecienza energetica. “Una
problematica sentita soprattutto dalle organizza-
zioni medio-grandi, che possono ottenere ritorni
più evidenti a fronte di investimenti tesi a rendere
le proprie infrastrutture più ecienti dal punto di
vista energetico, che comunque sta cominciando a
interessare anche le piccole e medie imprese, anche
grazie agli sforzi fatti dai produttori in questa dire-
zione”, ha detto
Daniele Iseppi
di Borri. Ridurre la
bolletta energetica, insomma, sta diventando una
esigenza sentita a tutti i livelli.
Un mercato frammentato e complesso
Alcune tematiche sono trasversali e possono riguar-
dare qualsiasi data center o, come molti ancora li
chiamano, centri di elaborazione dati. Altre però,
sono peculiari di determinati mercati verticali e/o
condizioni geografiche o ambientali, per cui non
esiste un approccio univoco, valido in qualsiasi con-
testo e circostanza.
Un’altra caratteristica del mercato italiano, poi, è
la sua estrema frammentarietà, senza dimenticare
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