
71
ottobre 2016
sistemi fisici tradizionali già operanti in casa del
cliente in risorse virtuali flessibili di calcolo, storage e
fabric. Tutte queste sono continuamente disponibili
e possono essere configurate istantaneamente in
base alle necessità specifiche di ogni applicazione.
La capacità di calcolo può essere configurata per
carichi di lavoro fisici, virtuali o container-based
ed è possibile presentare lo storage interno come
storage DAS o come storage remoto a blocchi, file
oppure oggetti; mentre è inoltre possibile espan-
dere HPE Synergy con storage 3PAR, elemento che
in prospettiva farà parte del pool di risorse fluido.
La larghezza di banda del fabric, invece, può esse-
re regolata e configurata dinamicamente per più
protocolli.
Intelligenza software-defined e API unificata
Due gli altri elementi fondamentali di questa nuo-
va architettura: intelligenza software-defined e API
unificata. La prima riduce la complessità operativa e
consente alle organizzazioni IT di eettuare le mo-
difiche necessarie a livello di programmazione rapi-
damente e con sicurezza, senza l’intervento umano.
Secondo HPE questo approccio cambia in maniera
fondamentale la gestione dell’infrastruttura perché
non è più richiesto il coordinamento tra più team,
strumenti e complicati processi interdipendenti che
spesso possono richiedere molto tempo per esse-
re eettuati e che nei grandi ambienti enterprise
si traducono anche in diverse settimane di lavoro.
HPE Synergy estrae le informazioni operative e le
sostituisce con operazioni automatizzate di alto
livello per intervenire, per esempio, nelle fasi di ag-
giornamento dei firmware, per aggiungere risorse
storage a un servizio e modificare la connettività
di rete; il tutto riducendo notevolmente l’interazio-
ne manuale e l’errore umano. Queste funzionalità
permettono quindi ai team IT di configurare l’intera
infrastruttura per ambienti di sviluppo, test e pro-
duzione utilizzando una singola interfaccia, in un
unico passaggio, con rapidità e accuratezza.
Tale automazione è garantita grazie a un’API unifi-
cata che ore un’interfaccia unica per individuare,
inventariare, configurare, eettuare il provisioning,
aggiornare e diagnosticare l’infrastruttura compo-
nibile in un ambiente eterogeneo. In ambienti tra-
dizionali,
le organizzazioni IT possono ora auto-
matizzare processi operativi e progettare flussi di
lavoro in base alle esigenze aziendali.
L’interfaccia
è completamente programmabile e si integra con
decine di strumenti di gestione, tra i quali Microsoft
System Center e VMware vCenter; non solo, è an-
che integrabile con strumenti di automazione open
source e DevOps come Chef, Docker e OpenStack.
ARCHITETTURE
Un unico punto di gestione per l’on premise e il public cloud
Per meglio inquadrare il nuovo HPE Synergy abbiamo rivolto due domande a Fabio Tognon, country manager server
division Hewlett Packard Enterprise Italia.
Come le risorse IT esistenti dei clienti possono entrare nell’architettura HPE Synergy, per la salvaguardia degli investi-
menti fatti? E quali requisiti devono avere per farne parte?
Per le risorse IT di storage e di connettività delle aziende utenti non c’è in realtà nessun requisito infrastrutturale spe-
cifico da dover supportare. Da tempo la nostra o erta nel mondo x86 è caratterizzata dalla massima apertura e stan-
dardizzazione, mentre per quanto riguarda la logica di provisioning che fa leva sul pool di risorse fluido agisce a livello
computazionale con quelle messe a disposizione all’interno di HPE Synergy. La possibilità di utilizzarle con granularità
‘estraendole dal ferro’ per allocarle anche temporaneamente e in parte a supporto, per esempio, di un servizio è oggi
possibile con le risorse che sono in grado di supportare le logiche di questa nuova infrastruttura. Qualsiasi altro server
x86 basato su paradigmi funzionali diversi può naturalmente interfacciarsi con HPE Sinergy, ma sarà ‘visto’ nella sua in-
terezza poiché le sue singole risorse non possono essere scomposte per essere messe a disposizione con questa logica
di granularità.
Qual è oggi il primo target di clienti italiani a cui proporrete HPE Synergy?
Oggi registriamo un interesse in tutti i segmenti verticali del mercato italiano, questo perché HPE Synergy si connota
come una soluzione orizzontale per ogni tipologia di tematica: dai big data all’IoT, dall’e-commerce alla gestione dei
grandi data base e quant’altro. Il vero fattore di erenziante oggi è la velocità che viene attualmente chiesta al public
cloud per mettere in produzione servizi erogati al mercato molto in fretta, ma che può portare a uno scenario di shadow
IT. Per questo tipo di esigenza oggi HPE Sinergy garantisce on premise gli stessi tempi di risposta alle richieste del bu-
siness del public cloud e i due mondi vengono gestiti correttamente con un’unica modalità di approccio.