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la cedibilità del programma: distribuzione di una
copia del programma, memorizzazione della co-
pia e cancellazione/inutilizzazione della copia per
l’acquirente iniziale; infine l’esaurimento del diritto
esclusivo di distribuzione per il titolare.
Valorizzare gli asset
Per la prima volta, quindi, si presenta a un’azienda
la possibilità di valorizzare gli asset non più utilizza-
ti, ad esempio, per eetto di un cambio di sistema
informativo o di operazioni straordinarie (ristrut-
turazioni o cessazione dell’attività d’impresa) e/o
di acquistare le licenze per un prodotto software
dal mercato dell’usato, conseguendo importanti
risparmi.
Nonostante la pronuncia della Corte, oggi, ci si chie-
de quanto gli enunciati espressi con la sentenza del
2012 siano stati, in Italia e in Europa, eettivamente
applicati e, in particolare modo, applicati in maniera
corretta da un punto di vista negoziale.
Si segnala infatti una recentissima sentenza del Tri-
bunale Regionale di Berlino nella causa tra ‘corpora-
tion americana Valve e la federazione di consuma-
tori tedeschi Verbraucherzentrale Bundesverband
a mezzo della quale è stato espresso il principio
secondo cui “è vietato rivendere le licenze utilizzate
per i videogame”. Una pronuncia che si contrappone
espressamente e pacificamente alla sentenza della
Corte di Giustizia europea del 2012.
Il Tribunale berlinese ha infatti stabilito che è vie-
tata la rivendita di licenze di software utilizzate
per i videogame.
Il caso ha coinvolto la corporation americana Valve
e la federazione di consumatori tedeschi Verbrau-
cherzentrale Bundesverband (Vzbv) che si era ri-
volta al tribunale protestando contro i termini con-
trattuali contenuti nell’End User Licence Agreement
(EULA) dei videogiochi disponibili sulla piattafor-
ma di distribuzione e vendita Steam, di proprietà
dell’azienda americana.
L’accordo contrattuale attualmente proibisce agli
acquirenti dei videogiochi il riutilizzo delle licenze
da parte di terzi, negando loro ogni possibilità di
rivendita.
Secondo la federazione dei consumatori, i videogio-
chi distribuiti da Valve dovrebbero essere rivendibili
esattamente come ogni altro software distribuito
in Europa. La limitazione imposta dalla compagnia
statunitense sarebbe in contrapposizione rispet-
to a quanto stabilito dalla sentenza della Corte di
Giustizia Europea del 3 luglio 2012 secondo cui un
autore di un software non può opporsi alla rivendita
delle licenze ‘usate’ in quanto il diritto esclusivo di
distribuzione della copia digitale protetto dalla li-
cenza si esaurisce con l’attività di vendita originaria.
Il tribunale berlinese ha tuttavia emesso una sen-
tenza in favore di Valve rigettando le motivazioni
dell’associazione. Verbraucherzentrale Bundesver-
band aveva già perso in una causa contro Valve
nel 2010. Questo secondo tentativo era stato in-
trapreso alla luce della citata sentenza della Corte
di Giustizia Europea.
Le motivazioni della sentenza ad oggi ancora non
risultano pubblicate; si attende pertanto l’annuncio
del ricorso in appello.
In conclusione, il mercato del software sta vivendo
l’inizio di un’importante trasformazione in termini di
maggiore libertà di scambio a beneficio dei clien-
ti finali. Si auspica che le associazioni di categoria
possano adoperarsi a favorire l’informazione della
tematica a¥nché il vantaggio, astrattamente af-
frontato, diventi un beneficio reale per le aziende.
Maria Cristina Daga
Studio Legale Savi & Associati
Gabriele Faggioli
Studio Legale Savi & Associati
giugno 2014
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