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gennaio-febbraio 2017

INSIDE DIGITAL MARKETING

e restituiscono previsioni future sul-

la base delle quali indirizzare le scel-

te strategiche dell’azienda (machine

learning). Ancora una volta molte di

queste soluzioni sono facilmente ac-

cessibili, sia in ordine di budget che

di know how richiesto per utilizzarle.

3. Marketing cloud automation

Un tempo si chiamava hosting, oggi

cloud ma il concetto è molto simile.

Grandi quantità di dati e applicazioni

sempre più complesse richiedereb-

bero investimenti in hardware e sof-

tware che, anche grazie alla velocità di

connessione, non sono più necessari.

Il marketing più di tutti può avvantag-

giarsi di tool e servizi in cloud per ge-

stire il cliente con azioni marketing in

real time e rispondere in questo modo

velocemente a eventi e stimoli esterni.

Il real time marketing permette alle

aziende per esempio di gestire un dis-

servizio. Quasi tutti gli operatori di

telecomunicazioni utilizzano i social

per gestire la relazione con i propri

clienti. Fastweb, in particolare, utilizzò

qualche tempo fa in modo esemplare

Twitter, in occasione di un lungo black

out registrato sulle linee a Milano per

scusarsi immediatamente con migliaia

di utenti.

Kleenex individuò sui social network

un gruppo di utenti ammalati e spedì

loro un kit di fazzoletti con l’invito a

postare sui propri profili una fotogra-

fia con il prodotto. Gli utenti, divertiti

dall’inaspettato dono, parteciparono

volentieri al gioco generando oltre

mezzo milione di visualizzazioni e in-

terazioni. Per Kleenex fu un grande

successo in termini di comunicazione,

ottenuto per altro con un investimento

davvero contenuto.

4. Mobile marketing

Sappiamo che l’audience mobile è cre-

sciuta e continua a crescere, mercati

emergenti in testa, a scapito dell’au-

dience desktop. Sappiamo che è dif-

ficile convertire l’audience mobile; se

a questo si aggiunge che la diffusione

di software di AD blocking cresce an-

che sui dispositivi mobili, sembra che

le aziende possano fare poco o nulla

in questo ambito.

In verità molto resta da fare soprat-

tutto alle aziende che non hanno an-

cora sviluppato una user experience

soddisfacente per i dispositivi mobili,

che non comunicano con email adat-

te alla risoluzione degli smartphone

e che ignorano le potenzialità adver-

tising offerte da Google e Facebook.

Alcune aziende hanno sperimentato

con successo, grazie all’augmented

reality e ai QR code, campagne adver-

tising integrate carta-digital che hanno

prodotto ottimi risultati in termini di

engagement e vendite. Grazie al GPS,

al Bluetooth e agli iBeacom è possibile

inviare promozioni personalizzate ai

clienti che si trovano in prossimità dei

punti vendita.

5. Social commerce

Le statistiche confermano la continua

crescita dei social network da una par-

te e dell’e-commerce dall’altra. Natu-

rale immaginare che i due canali prima

o poi si integrino. In realtà l’incontro

è già avvenuto ed esistono numerose

forme di social commerce.

Su Facebook, Pinterest eTwitter è pos-

sibile vendere direttamente dal ‘shop

tab’ configurabile all’interno della pa-

gina, oppure promuovendo i prodotti

con una campagna che attiva il pulsante

‘Acquista’ che rimanda direttamente

al proprio sito. Ai social network veri

e propri si affiancano le piattaforme

quali Amazon ed eBay, che permetto-

no alle aziende e ai retail di vendere

avvalendosi di numerosi strumenti pro-

mozionali e di recomendation integrati.

6. Content e video marketing

L’abbiamo già letto all’inizio dell’artico-

lo nell’analisi di Smart Insights: i mana-

ger ritengono il contenuto il primo e

più importante strumento marketing

per la propria azienda.

Scott Brinker

,

di ION Interactive, individua quattro

fasi nell’attività di content marketing.

La prima fase, in cui venivano creati

i siti testuali; la seconda, in cui i siti

venivano arricchiti di video, infografi-

che e responsività; la fase tre, l’attuale,

caratterizzata dalla personalizzazione

del contenuto sulla base del profilo

utente e infine la fase quattro, a ten-

dere, definita delle marketing app, in

cui il contenuto è programmato per

offrire al consumatore un’esperienza

interattiva.

Secondo Brinker le marketing app

non sono applicazioni pensate per

uno smar tphone o un tablet, sono

invece contest, giochi, quiz, white pa-

per, video o qualsiasi tipo di contenuto

che viene incluso in una pagina e che

produce un’interazione e una parteci-

pazione attiva dell’utente, generando

engagement. Le marketing app sono

raramente sul sito dell’azienda, perchè

vengono pubblicate laddove l’audience

ama trascorrere il proprio tempo, sui

social network in primis e sui motori di

ricerca. Un esempio di questo tipo di

contenuto è il live video, ormai acces-

sibile a tutti grazie a piattaforme quali

Facebook Live, Periscope e YouTube

che hanno cambiato radicalmente il

modo di produrre e consumare video:

economico, flessibile, programmabile,

condivisibile, commentabile.