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ottobre 2016

o•re funzionalità per creare, eseguire,

gestire e proteggere le API e consen-

te, inoltre, di distribuirle velocemente

e semplificare la loro gestione nell’in-

tera organizzazione del cliente, anche

la più complessa.

Il mainframe e il paradigma

dell’enterprise mobility

“Nel nuovo scenario fatto di cloud e

di enterprise mobility, il mainframe

continua a giocare un ruolo di primo

piano come piattaforma a„dabile e

resistente per continuare a svolgere

il ruolo di erogatore in questo caso

dei nuovi servizi digitali”, così

Carlo

Ferrarini

, technical sales di IBM Italy ha introdot-

to la sessione dedicata al ruolo del mainframe nel

paradigma dell’enterprise mobility.

Il contesto economico di oggi dimostra ogni giorno

che nuovi operatori possono aggredire mercati an-

che consolidati rivoluzionandone i paradigmi con-

solidati e avendo successo in poco tempo. “Realtà

come Uber non costruiscono completamente i loro

servizi da sole al 100%, ma solitamente si appog-

giano a una serie di partner le cui informazioni ven-

gono esposte attraverso le API”. In questo scenario

i sistemi mainframe secondo IBM possono essere

visti come

repository di informazioni nei quali si

integrano i dati di valore dei partner di business

che ogni impresa raccoglie per sviluppare le sue

iniziative digitali.

“Per esporre le sue API nel modo più corretto un’a-

zienda deve oggi mettersi nei panni del consumatore

finale, e non più del servizio che si vuole erogare.

Per questa ragione bisogna cambiare l’approccio

indotto dall’utilizzo delle architetture SOA e pensare

ad API semplici e consumabili”. In questo ambito la

novità della società è rappresentata da IBM z/OS

Connect Enterprise Edition che permette di mettere

a disposizione delle API che ‘parlino’ il linguaggio

naturale dei diversi sistemi che si scambiano dati nel

mondo digitale, come il formato Json (JavaScript

Object Notation), che supporta l’interscambio di

dati anche fra le applicazioni più tradizionali, come

per esempio quelle client/server.

I dati ‘blindati’ dei sistemi blockchain

I sistemi blockchain sono uno dei trend tecnologici

del 2016 e si stanno iniziando ad a•ermare come

abilitatori di nuovi ‘ecosistemi digitali’ che fanno

riferimento a determinati settori attraverso i quali

tutti i partecipanti a un sistema blockchain posso-

no scambiarsi dati con la piena garanzia della loro

a„dabilità poiché questi vengono let-

teralmente ‘blindati’, resi sicuri e quindi

inalterabili nel tempo.

I partecipanti a un ecosistema digitale

possono essere aziende che operano

in uno specifico mercato, sia come for-

nitori e partner della stessa filiera, ma

anche tra loro competitor; entità della

pubblica amministrazione coinvolte nei

processi caratteristici di questo mer-

cato; istituzioni di controllo e regola-

zione del settore; entità indipenden-

ti che provvedono all’auditing e/o al

controllo delle compliance normative

sui processi aziendali e rilasciano cer-

tificazioni specifiche, e altri tipologie

di soggetti ancora...

Un sistema blockchain registra le transazioni tra

tutti questi intermediari, anche tra coloro che non

si conoscono e la sua

‘blindatura’ supplisce all’as-

senza di garanzia o erta da un soggetto terzo,

registrando cronologicamente tutte le operazioni

svolte

dai diversi partecipanti. Si tratta quindi di

una sorta di ‘libro contabile’ virtuale e distribuito,

pubblico e immodificabile. È una tecnologia che

può essere impiegata per ogni tipo di transazione

ed è potenzialmente in grado di ridurre al minimo,

o addirittura eliminare, i potenziali contenziosi che

possono emergere tra le parti.

Per dare un esempio concreto, i sistemi blockchain

possono essere visti come un’importante innova-

zione delle attuali ‘clearing house’ del settore fi-

nanziario dove, a contrattazioni chiuse, si procede

in automatico alle compensazioni monetarie tra

operatori di uno stesso mercato (merci, materie

prime, valute, titoli, prestiti e altri).

“Un sistema blockchain si realizza su un determina-

to tipo di data base nel quale determinati insiemi

di record vengono scritti e quindi successivamen-

te raccolti in blocchi concatenati ‘chiusi e sicuri’

da ash crittografate – racconta

Simone Bonetti

,

zSystems & Linux One client technical specialist di

IBM Italy. In questo modo si può utilizzare questa

catena di blocchi come un registro che può essere

distribuito e validato da tutte le realtà che hanno

accesso alla blockchain con l’appropriato grado di

autorizzazione”.

TECNOLOGIE PER L’ERA DIGITALE

Stefano Rebattoni, global

technology services leader

di IBM Italy