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marzo-aprile 2017
P
er il mondo della finanza, e quindi per banche e
società finanziarie, il presidio della qualità del por-
tafoglio e del costo del credito rimane la priorità per ga-
rantire una redditività sostenibile, soprattutto in presenza
di stock di crediti deteriorati estremamente consistenti.
INDUSTRIA DEL CREDITO:
IL FUTURO È DIGITALE
Per questo è sempre più cruciale la necessità di adottare
strategie end-to-end ma con possibili viste modulari, per
‘brick’, e modelli ‘plug-and-play’. Serve, però, un nucleo
digitale che abiliti efficacemente lo scorrere di flussi logici.
È questo lo scenario individuato per tale settore da David
Pieragostini, Executive Director di CRIF, che abbiamo in-
tervistato per approfondire alcune delle tematiche messe
in evidenza.
Quali sono le ragioni che spingono per un cambia-
mento del sistema bancario verso il digitale?
Posto che la sfida per il prossimo futuro sarà garantire
l’eccellenza nello sviluppo e nella prevenzione del credito
anomalo, così come nella gestione di quello problema-
tico, il sistema bancario dovrà cambiare radicalmente
e rapidamente il proprio atteggiamento e far evolvere il
proprio modello di business. Del resto i numeri parlano
chiaro: la formazione dell’utile delle banche italiane, se-
condo quanto rilevato da Banca d’Italia, evidenzia che
nel 2015 il costo del credito è risultato addirittura su-
periore al margine di interesse (rispettivamente 1,10%
e 1,03% sul totale degli attivi, con i costi operativi pari
all’1,39% degli attivi).
In questo contesto, va ricordato come da sempre le ban-
che commerciali dispongano di una solida rete di filiali
che negli scorsi decenni è stata affiancata prima dall’in-
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Un mondo che sta vivendo profondi cambiamenti tra multicanalità
e gestione dei dati.
David Pieragostini, Executive Director di CRIF