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ingresso, senza necessità di ricorrere alle classificazioni

costruite dalle persone; eccellono anche nello sviluppo

di set di regole più efficienti per la classificazione degli

oggetti; eccellono nella capacità di tollerare rumori di

fondo, cambiamenti della localizzazione delle immagini,

delle frequenze delle voci, della sostituzione con sino-

nimo; eccellono nelle attività su livelli multipli utilizzando

collezioni delle collezioni di effetti, eccellono infine nell’i-

dentificazione di nuovi pattern mai anticipati dagli svilup-

patori. I Dnn, in particolare, lavorano al meglio quando

hanno a disposizione flussi informativi ricchi e articolati;

il loro comportamento è infatti in stretta relazione con

i dati effettivamente assimilati nel tempo. Per conclu-

dere una riflessione di metodo: resistere alla tentazione

di ascrivere caratteristiche umane a questa tecnologia

aiuta a non distorcere le proprietà specifiche; tra i rischi

diretti che si corrono ci sono infatti la sopravvalutazione

delle reali possibilità, la generalizzazione dei requisiti, la

mitizzazione di soluzioni funzionali ma comunque mi-

gliorabili con conseguenti perdite di tempo e sprechi

di denaro.

Smart Machine Big Bang

Gartner definisce la convergenza di tre fattori chiave

come ‘Smart Machine Big Bang’: nuove soluzioni di

computing hardware (sistemi Web-Scale e super com-

puter Gps-based), algoritmi Dnn e abbondanza di dati

permettono lo sviluppo di modelli Dnn inediti; la com-

binazione dei tre elementi ha raggiunto per la prima

volta una massa critica nel 2012, rendendo possibile

la sinergia creativa di hardware, data e algoritmi. Nel

modello, i ricercatori o gli ingegneri definiscono la strut-

tura e le caratteristiche del Dnn; definiscono il numero

dei nodi Dnn (detti anche neuroni), il numero dei livelli e

le relazioni tra i livelli e molti altri elementi; testano poi il

codice senza però poter testare (ovviamente) ciò che

il Dnn ha imparato nelle fase di training ed esercizio. Il

cosiddetto ‘testing’ consiste di solito nel fornire al Dnn

un dataset diverso e osservare come risponde al cam-

biamento indotto. Una volta che il modello è stato re-

alizzato, testato e avviato, i parametri di ciascun nodo

possono essere trasferiti in un Dnn ‘runtime’ destinato

all’esecuzione. I Dnn agiscono di fatto come una classe

particolare di ‘Machine Learning’, sul cui miglioramento

molto ancora ci si attende; le tecnologie Smart Machine,

che di Dnn si nutrono, sono smart in senso stretto,

focalizzate cioè su specifiche funzioni realizzate attra-

verso un mix di soluzioni smart e non smart. Gartner

propone lo spazio delle Smart Machine come una ca-

tena del valore in cui non tutti gli elementi sono smart;

si tratta comunque di uno spazio a elevata complessità,

governato da strutture altrettanto complesse e talvolta

‘executive’, invece, sono in grado di manipolare una

specifica area (di ambiente, di contesto di lavoro) su cui

sono focalizzate e su cui sintonizzano le proprie azioni

in funzione dei risultati. Pur essendo ancora nelle fase

primigenia, questa tecnologia ha potenzialità assai inte-

ressanti; a oggi l’aggiustamento in funzione dei risultati

è ancora circoscritto a poche funzioni ma è solo que-

stione di tempo perché si raggiungano prestazioni ben

più complesse. La combinazione di sistemi ‘rule-based’

e Smart Machine perceptual o executive consente di

realizzare soluzioni ibride assai funzionali. Che siano

‘perceptual’ o ‘executive’ le Smart Machine contempo-

ranee contengono tre processi logici: training, testing e

runtine; la maggior parte dei sistemi di runtime sono di

fatto cloni virtuali dei sistemi di training-testing.

Le Smart Machine sono in ogni caso catalogate tra

le tecnologie general-purpose (Gpt), concetto ampia-

mente utilizzato in economia per identificare tecnologie

distruttive, capaci cioè di trasformare nel profondo la

realtà così come nota oggi. Tra gli esempi di Gpt ci sono

l’era del ferro, l’era del vapore e quella più recente di

Internet. Un ciclo Gpt si identifica a partire dall’individua-

zione di una tecnologia riconoscibile e sufficientemente

generica, ampiamente utilizzata i cui effetti si riverbe-

rano positivamente su tempi, stili e modalità di fruizione

di servizi e prodotti, sulla generazione di effetti creativi,

conseguenza delle nuove applicazioni. Le Smart Ma-

chine rappresentano la più recente Gpt e, ritiene Gar-

tner, sono destinate ad avviare una nuova era, di una

durata stimabile in 75 anni (secondo l’analisi delle tec-

nologie nate negli ultimi 300 anni condotta da Carlota

Perez - Fonte: Carlota Perez, in “Technological Revo-

lutions and Financial Capital: The Dynamics of Bub-

bles and Golden Ages.”). I Dnn, parte integrante delle

Smart Machine, eccellono nella scoperta delle regole

che classificano e dei diversi elementi dei flussi di dati in

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marzo-aprile 2017

© Laurent – Fotolia.com

È IL MOMENTO DELLA SMART MACHINE AGE