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Officelayout 158
luglio-settembre 2014
diventare dei “maker”, tanto che cresce il numero di designer
che hanno iniziato a esplorare e utilizzare le possibilità offerte
dalle tecnologie digitali.
Gli strumenti a disposizione del designer
Per realizzare modelli o plastici, sono necessarie stampanti che
consentano di produrre in modo semplice ed economico oggetti
con un ottimo impatto visivo, ben rifiniti e a colori.
L’offerta si è arricchita di nuovi modelli di stampanti adatti alle
necessità di architetti, designer e artigiani digitali con
prestazioni migliorate, ampia possibilità di scelta dei materiali,
software di progettazione più potenti e facili da utilizzare.
Si va dai modelli che utilizzano materiali poveri, come ad esempio
fogli di carta, ai modelli che permettono di realizzare veri e propri
oggetti, parti di mobili o particolari architettonici.
Rispondono all’esigenza produrre oggetti più grandi, nell’ordine
di qualche decina di centimetri sulle tre dimensioni, le
stampanti 3D “Design Delta” o “Delta Printer” con prezzi avvi-
cinabili anche da piccoli studi professionali in quanto hanno una
precisione generalmente inferiore alle costose stampanti 3D rivolte
all’industria meccanica (centesimi di millimetro invece micron).
Le stampanti a estrusione Fused Deposition Modeling sono invece
adatte per produrre piccoli oggetti in plastica e simil-legno, anche
in diversi colori, mentre le stampanti Selective Laser Sintering
permettono di realizzare in Nylon oggetti con migliori caratte-
ristiche meccaniche (lampade, poltrone, sedie, tavoli).
Sono rivolte invece a chi disegna oggetti in metallo per opere
artistiche, restauro, oreficeria, complementi d’arredamento e
abbigliamento, le stampanti 3D a cera che permettono di rea-
lizzare modelli sacrificali in cera per produrre oggetti con il
metodo della fusione a cera persa.
Dal prototipo alla produzione in serie
Il passaggio dai prototipi alla produzione di serie è una que-
stione diversa, che comporta un’attenta analisi dei processi
e dei costi. Infatti, la stampa 3D, che si presta alla produzione
Nel settore della
moda si diffonde
l’utilizzo della stampa
3D per la produzione
di accessori per abiti,
scarpe e gioielli.
Nella foto la
collezione “Hard
Copy” della designer
israeliana Noa Raviv
in cui tessuti
plissettati, in tulle e
organza di seta,
assumono valenze
scultoree grazie ai
supporti in polimeri
stampati in 3D
di oggetti complessi e pregiati in piccola serie, come avviene
negli oggetti di design di fascia alta, è ancora poco competitiva
per produrre prodotti economici su larga scala. Anche se alcuni
analisti di mercato prevedono che in meno di 15 anni sarà pos-
sibile ed economicamente giustificabile produrre con la
stampa 3D l’80% degli oggetti di uso comune.
Al momento gli esempi di produzione con stampa 3D sono ri-
conducibili a casi di eccellenza che uniscono produzione digitale
e lavorazioni artigianali, come ad esempio Peugeot, realtà è
entrata nell’arredo con Peugeot Design Lab, un laboratorio di
design che associa le ultime tecnologie automobilistiche e di-
gitali a materiali naturali grezzi; mobili realizzati in legno e
pietra lavica lavorati a mano, con parti in fibra di carbonio
prodotte con la stampa 3D.
La personalizzazione di massa
e gli impatti sociali
Il matrimonio tra tecnologie digitali ed estetica, nuove tecniche
di produzione e metodi di lavoro, nuovi canali di vendita e nuo-
vi mercati, sta cambiando radicalmente il panorama del design
a livello mondiale, tanto che si parla di Design Economy. Il con-
cetto chiave è: la cosa più importante sono i dati, non le cose
possedute. I dati si materializzano in oggetti fisici quando ser-
vono. Il vero valore risiede nei modelli digitali, mentre gli og-
getti sono mere istanze transitorie dei modelli. È curioso notare
il fatto che, dopo migliaia di anni, la filosofia della Design Eco-
nomy richiama il concetto platonico della superiorità del mondo
delle idee rispetto al mondo delle cose.
Uno dei fenomeni generati da questa evoluzione è la perso-
nalizzazione di massa, provoca nei consumatori una ricerca
sempre più esasperata di prodotti personalizzati realizzati ad-
hoc (mass personalization) e il rifiuto di utilizzare anonimi
prodotti industriali di grande serie. Il motto di Henry Ford “la
Ford T può essere fornita di qualsiasi colore, purché sia nera”
ora non è più applicabile dai produttori.