Grande attesa per le linee guida sui consumi energetici che dovranno dare robustezza
alla prossima tornata di diagnosi energetiche. Interessate al valore economico dell’energy
management, le aziende (non solo quelle obbligate alla diagnosi) aspettano di capire
come muoversi.
70
marzo 2017
Q
uali sono le linee guida linee gui-
da per il monitoraggio dei consu-
mi energetici? Il tema è in vorticoso
work in progress e nella prima metà
dell’anno si avranno i primi chiarimenti
da parte in primis dell’ENEA. Obiettivo
dell’Agenzia è infatti quello di accor-
ciare i tempi per dare robustezza alla
prossima tornata di diagnosi energeti-
che, dopo un primo giro nel 2016 che
ha prodotto risultati positivi e portato
a galla il tema dell’ecienza energetica
come valore per le imprese. Serve ora
mettersi d’accordo su quali siano le
misure che devono essere implemen-
tate, e soprattutto con quale livello
di dettaglio in relazione al contesto
produttivo.
In attesa delle linee guida, in Italia sono in vigore
le Norme tecniche UNI-CEI EN 16247 parti 1/2/3/4
relative, rispettivamente, ai requisiti generali della
diagnosi energetica e alla realizzazione di diagnosi
energetiche per i settori: edifici, processi e trasporti.
Chiarezza invece è già stata fatta sul ‘chi’ può redi-
gere le diagnosi: la norma UNI-CEI EN 16247-5 sui
requisiti dell’auditor energetico, ossia il responsabile
della diagnosi energetica, è stata pubblicata a luglio
2015. Dal Luglio 2016, le figure abilitate agli audit
energetici sono solo le ESCo certificate secondo la
UNI-CEI 11352, gli EGE certificati secondo la UNI-
MISURE E BENCHMARKING
DELL’EFFICIENZA
ENERGETICA
Michele Ciceri
CEI 11339, gli auditor interni certificati
secondo la norma riportata prima e
l’ISPRA (secondo lo schema EMAS).
Perché la diagnosi energetica è
importante?
Premessa la necessità di arrivare nel
più breve tempo possibile a misurazioni
che siano significative e valide per tutti
i ‘soggetti simili’ in contesti produttivi
omogenei, l’importanza della diagnosi
energetica per un’azienda prescinde
dall’obbligo di legge (che tra l’altro
riguarda solo le grandi imprese e gli
energivori) e riguarda la competitività.
Riduzione costi, ecientamento dei
comparti produttivi, razionalizzazione
delle attività di processo rappresentano le conse-
guenze principali di una corretta e intelligente ap-
plicazione del concetto di diagnosi energetica. Che
dunque non va vista come un onere. Un po’ come
per Industria 4.0 se vogliamo, con la dierenza che
per le diagnosi non ci sono incentivi fiscali.
“Guardando le cose dal punto di vista dell’impren-
ditore o dell’energy manager, la realizzazione di
una diagnosi energetica permette all’azienda di
individuare i centri di costo energetico più rilevan-
ti dei propri siti, dopo di che si possono mettere
in campo le forze economiche per ottimizzare ed
ecientare i processi produttivi, con conseguenti
ENERGY MANAGEMENT
Marcello Salvio dell’Unità
E ecienza Energetica dell’ENEA