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sioni.Tale approccio è l’opposto di

quanto spontaneamente attuiamo

nella quotidianità; infatti, i nostri au-

tomatismi ci portano a ricercare nel

mondo la conferma a quanto già

sappiamo, piuttosto che accettare

il discomfort di mettere in discus-

sione le nostre rappresentazioni

del mondo. Per un’organizzazione,

ciò significa rimanere agganciata a

visioni spesso obsolete che spin-

gono l’organizzazione non verso

l’evoluzione ma verso l’estinzione.

Esistono pratiche efficaci e concre-

te per aiutare le organizzazioni a

‘vedere’ la realtà, cogliere le discre-

panze e le opportunità che stanno

negli spazi interstiziali.Tra queste, le

pratiche di consapevolezza ‘mindful-

ness’ di cui oggi tanto si parla nelle

organizzazioni (vedi box).

2.

Open Heart:

corrisponde all’abilità

di accedere alla nostra intelligen-

za emotiva, sociale e sistemica, alla

capacità di entrare in empatia con

altri e con noi stessi e di vedere e

sentire il mondo con gli occhi del

nostro prossimo. E’ anche la capacità

di vedere il mondo quale sistema

in cui ogni fenomeno è intercon-

nesso e interdipendente. Come per

il primo strumento, anche l’aprirsi

all’intelligenza empatica si declina

in pratiche concrete, semplici ed

efficaci. Per esempio, come rileva

ancora Siegel, le pratiche di mindful-

ness determinano modificazioni ce-

lebrali (anche strutturali e non solo

funzionali) identiche a quelle che

caratterizzano le dinamiche di ‘at-

taccamento sicuro’ e di sintoniz-

zazione con gli altri. Ciò si traduce

inevitabilmente nell’attivazione dei

circuiti sociali che facilitano le di-

namiche relazionali con il mondo

esterno oltre che con se stessi. E’

interessante notare come recenti

scoperte scientifiche hanno deter-

minato che il cuore è - nella realtà

- un ulteriore cervello. In esso, sono

state scoperte reti di neuroni simili

a quelle celebrali, che pongono il

cuore al centro di numerose attivi-

tà connesse alla consapevolezza di

se e del mondo. Vi sono istituti di

ricerca come l’Heartmath Institute

che stanno operando in tal senso

per approfondire le molteplici fun-

zioni di questo cervello cardiaco.

3.

OpenWill:

corrisponde al livello più

profondo, ovvero all’abilità di acce-

dere alla nostra intelligenza intuitiva,

quella capace di generare salti di in-

novazione.Abbiamo accesso a tale

dimensione dopo aver conseguito

le fasi precedenti e attraverso un

forte ed essenziale radicamento nel

‘qui-e-ora’ e un’essenziale liberazio-

ne dai modelli del passato. Quando

operiamo dalla posizione di Open

Will siamo in contatto con la fonte

più alta del nostro potenziale, sia a

livello individuale che collettivo.

I principi fondanti

LaTeoria U (qui appena accennata nel-

le sue linee più superficiali), la mindful-

ness, l’approccio sistemico, i nuovi mo-

delli organizzativi di tipo ‘chaordico’

sono alcuni dei nuovi strumenti di cui

l’EvoLeader dispone per orientare al

futuro l’organizzazione di cui è par-

te, in questo impor tante momento

di speciazione che le organizzazioni

stanno vivendo.

L’EvoLeadership è una nuova modali-

tà integrata di intendere la leadership

basata su alcuni principi fondanti:

• qualità di presenza, resilienza e con-

sapevolezza di sé;

• capacità di ascolto e connessione

empatica;

• sguardo sistemico e olistica alla re-

altà;

• capacità di accompagnare e gene-

rare il cambiamento;

• sviluppo dell’intelligenza collettiva

e collaborativa;

• integrazione situazionale dei quattro

archetipi della leadership (sovrano,

esploratore, maestro, mago);

• capacità di intervenire sulla cultura

organizzativa e sul sistema di valori;

• leadership simbolica.

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giugno 2017

METODI E PERCORSI DI CAMBIAMENTO

La consapevolezza ‘mindfulness’

Il ‘mindfulness’ è una pratica di consapevolezza basata su una forma oc-

cidentalizzata di meditazione che ha già trovato di usione in alcune delle

più importanti organizzazioni del mondo. Secondo Daniel Siegel, autorevole

neurologo statunitense che ha raccolto da molteplici fonti dati scientifici

riguardo l’impatto delle pratiche meditative sul cervello umano, uno degli

e etti più evidenti è proprio questo: chi conduce una pratica di mindfulness

regolare si libera dalle rappresentazioni invarianti ovvero dai condiziona-

menti limitanti del passato, ri-acquistando quella plasticità cerebrale che de-

termina i processi di apprendimento, mediante un’accresciuta attività sinap-

tica. In altre parole, le pratiche di consapevolezza, favoriscono la capacità di

rinnovarsi e di ripensarsi, permettono di accedere a uno spazio intuitivo che

richiede necessariamente di sperimentare una accresciuta ‘libertà dal cono-

sciuto’. Tutto ciò è oggi quanto mai fondamentale per il leader evolutivo e in

generale, per le organizzazioni del nostro tempo.