Nella puntata precedente dedicata al
tema della EvoLeadership, pubblicata
sul numero di maggio di Office Au-
tomation, abbiamo visto che le orga-
nizzazioni necessitano di sviluppare
una cultura aper ta a una maggiore
plasticità e a un orientamento al fu-
turo mediante lo sviluppo di creatività
e intuizione.
La condivisione di questo obiettivo ci
porta però a prendere in considera-
zione il fatto che, visto la premessa,
ora abbiamo bisogno di un modello
di leadership che orienti in tal senso
l’organizzazione e che utilizzi forme di
leadership adatte allo scopo.
La Teoria U di Otto Scharmer - do-
cente del MIT di Boston ed esperto
di temi quali il cambiamento e l’ap-
prendimento organizzativo del nostro
tempo e autore del libro ‘Theory U’
del 2016 - è la perfetta sintesi di nuo-
ve metodologie utili per una nuova
classe di leader emergenti. Essa pro-
pone un modello che integra le qua-
lità squisitamente umane che sono
necessarie a guidare le organizzazioni
verso il loro migliore futuro. Scharmer
propone una metodologia adatta alla
nuova leadership emergente che ha
bisogno di fluire nel cambiamento e
nell’innovazione costante.
E’ un modello che capovolge il paradig-
ma tradizionale secondo cui l’appren-
dimento procede fondamentalmente
attraverso cicli di azione, riflessione,
correzione. Sulla base di esperienze
passate, quindi, avranno origine nuo-
ve azioni possibilmente più efficaci di
quelle passate, ma che da esse trag-
gono origine. Accanto a tale modalità,
si fanno strada nuove teorie, indicate
da Scharmer e da altri, tra cui l’econo-
mista BrianW.Arthur grande esperto
di complessità, che suggeriscono un
apprendimento non dal passato, ma
dal futuro. La Teoria U parla proprio
di questa possibilità di accedere a una
più sofisticata forma di apprendimento
che nasce dall’accesso a uno spazio
intuitivo più profondo mediante una
metodologia operativa concreta ed
efficace.
Apprendere dal... futuro
Scharmer con la sua Teoria U propo-
ne un approccio efficace e concreto
orientato a rendere fruibile a un pub-
blico più vasto l’accesso alla dimen-
sione intuitiva, nonché a una forma
evoluta di leadership di cui esplora
le dinamiche profonde.
In estrema sintesi, l’approccio di Schar-
mer si fonda su tre strumenti che tutti
abbiamo naturalmente a nostra dispo-
sizione. Tali strumenti – normalmen-
te latenti e poco coltivati – possono
essere sviluppati sia nella vita indivi-
duale che organizzativa, mediante le
opportune pratiche e contraddistin-
guono alcune delle qualità essenziali
di ciò che chiamiamo EvoLeadership.
Essi sono:
1.
Open Mind:
corrisponde all’abi-
lità di sospendere il giudizio per
osservare la realtà con occhi nuo-
vi e freschi, rinunciando ai modelli
mentali del passato per percepire
la realtà in maniera aperta e senza
pre-giudizi. Per usare parole tipiche
della tradizione Zen: occorre recu-
perare la ‘mente da principiante’. Sul
piano neurologico, significa mettere
in stand by le cosiddette ‘rappresen-
tazioni invarianti’ dall’alto al basso,
quei filtri percettivi attraverso cui
non solo percepiamo in maniera
limitata la realtà, ma addirittura la
ricostruiamo continuamente nella
nostra mente sulla base di tali filtri.
Come la neurobiologia ben sa, noi
non vediamo con gli occhi, ma con
il cervello. In altre parole, ricostru-
iamo continuamente una rappre-
sentazione del mondo che corri-
sponde fedelmente non a ciò che
il mondo realmente è, ma al modo
in cui abbiamo imparato a vederlo.
Aprire la nostra mente non è un
invito astratto e teorico. Charles
Darwin - durante le sue osserva-
zioni - era noto per portare sem-
pre con se un taccuino nel quale
annotava tutto ciò che disconfer-
mava le sue ipotesi, teorie e rifles-
PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO
DI EVOLEADERSHIP
L’ARTE DI DARE FUTURO ALLE AZIENDE (SECONDA PARTE).
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giugno 2017
Lorenzo Campese
Presidente e fondatore di One Consulenza Evolutiva e di Altrove
(Scuola per lo sviluppo delle qualità umane essenziali)
lcampese@oneweb.biz www.oneweb.biz www.altroove.itMETODI E PERCORSI DI CAMBIAMENTO