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giugno 2017 - 11
Un nuovo scenario per i laboratori
di verificazione periodica
A rilasciare gli accreditamenti sarà Accredia, ente competente e riconosciuto
in ambito nazionale e internazionale per svolgere questa attività.
Il 2017 segnerà quasi certamente una svolta significativa per
gli operatori della metrologia legale italiana, sia nel settore
pubblico che in quello privato dei laboratori di verificazione
periodica. Siamo, infatti, in attesa di nuovi interventi ministe-
riali necessari ad adeguare la nostra legislazione al Regola-
mento Europeo 765/2008
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a cui il settore della metrologia
legale italiana non si è ancora armonizzato.
Il Regolamento, tra le altre cose, prevede che in ogni stato
dell’Unione ci possa essere un unico ente di accreditamento
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(articolo 4), dove per accreditamento si intende un’attesta-
zione da parte di un organismo nazionale di accreditamento
che certifica che un determinato organismo di valutazione
della conformità soddisfa i criteri stabiliti da norme armoniz-
zate e, ove appropriato, ogni altro requisito supplementare,
compresi quelli definiti nei rilevanti programmi settoriali, per
svolgere una specifica attività di valutazione della conformi-
tà
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(articolo 2 punto 10).
Secondo l’Europa, quindi, anche i laboratori per la verifica-
zione periodica degli strumenti di misura, essendo equipa-
rabili a organismi di valutazione della conformità, devono
agire dentro le strutture e gli schemi degli organismi e dei
laboratori accreditati. Come è noto, invece, in Italia i decre-
ti che disciplinano le attività dei laboratori di verificazione
periodica agiscono secondo quanto dispongono i Decreti
Ministeriali del 28 marzo 2000 (n. 182
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e del 10 dicembre
2001
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che si riferiscono a tutte le tipologie degli strumenti
cosiddetti nazionali e i Decreti Ministeriali del 18 gennaio
2011 n. 31 e n. 32
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per gli strumenti conformi all’allegato
MI-005 e MI-006 della Direttiva Europea 2004/22/CE sugli
strumenti di misura, ormai abrogata e sostituita dalla Direttiva
Europea 2014/32/UE
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, che viene chiamata Nuova MID.
MODIFICHE RADICALI DA FARE CON RAPIDITÀ
Tutti questi Decreti Ministeriali, e altri successivi che qui non
vengono citati per semplicità, prevedono schemi di accredi-
tamento dei laboratori per la verificazione periodica degli
strumenti di misura che escludono il coinvolgimento dell’ente
di accreditamento. Se per quelli antecedenti al 2008 si può
comprendere la scelta, mancando ai tempi della pubblica-
zione il vincolo del regolamento europeo, per tutti i decreti
successivi diventa più difficile capire i motivi che hanno spinto
il nostro legislatore ad adottare misure in contrasto a quanto
precedentemente stabilito in sede continentale.
Non è questo il luogo per giudicare se la scelta abbia porta-
to più benefici o più danni agli operatori del settore, in ogni
caso ci troviamo a dover modificare in fretta e radicalmente
la struttura creata in questi ultimi anni per adeguarci agli ob-
blighi che l’Europa ha posto, fissando la data del 19 aprile
2016 per pubblicare le disposizioni legislative, regolamentari
e amministrative necessarie per conformarsi alla legislazione
europea
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(articolo 51).
Per i quasi i 400 laboratori di verificazione periodica di
strumenti di misura operanti in Italia nei più svariati settori, si
tratta di intraprendere un percorso che li porti all’interno della
struttura di Accredia che in Italia è l’unico ente che può con-
cedere accreditamenti, secondo quanto disposto dal Decreto
Ministeriale
7
. Non saranno più, quindi, le Camere di Com-
mercio e Unioncamere a rilasciare gli accreditamenti, bensì
l’ente che è competente e riconosciuto in ambito nazionale
e internazionale per svolgere questa attività.
Per i laboratori sarà un vantaggio o uno svantaggio? Gli utenti
e i consumatori saranno maggiormente garantiti?
Non è certo facile rispondere a queste domande, in questa
sede ci limiteremo a qualche semplice valutazione, speran-
do di dare degli spunti di riflessione a coloro che presto si
troveranno a dover fare delle scelte importanti.
LE GIUSTE DOMANDE DA PORSI
La prima domanda a cui cercare di rispondere è: come deve
essere modificata l’attuale organizzazione del laboratorio per
conformarsi ai nuovi requisiti? Se ci si limitasse a rispondere
solo su basi teoriche, la risposta dovrebbe essere: molto poco!
Tutta la legislazione, infatti, prevede che i laboratori ab-
biano un Sistema di Gestione conforme a una delle norme
internazionali del settore, come per esempio la ISO/IEC
17025:2005 per i laboratori di prova e taratura
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, la ISO/
IEC 17020:2012 per gli organismi di ispezione
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o la più
generica ISO 9001:2015 che si applica in modo trasversale
a tutte le organizzazioni
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. La realtà che, invece, osserviamo
è che molti laboratori adottano sistemi organizzativi piuttosto
distanti da quanto previsto dalle norme, facendo leva su uno
scarso controllo da parte degli attuali enti accreditanti, in par-
ticolare dalle Camere di Commercio. Questi laboratori con il
passaggio ad Accredia dovranno necessariamente fare uno
sforzo maggiore rispetto a quelli che già si sono organizzati
secondo gli schemi indicati dalle norme.
La seconda domanda da porsi è: la strumentazione utilizzata
attualmente è idonea? In questo caso la risposta è più sem-
plice: sì! È finalmente entrato nella cultura generale di tutti
gli operatori l’utilizzo di campioni di riferimento tarati da un
laboratorio accreditato per soddisfare il requisito della rife-
ribilità metrologica delle misure. Non solo tutti i laboratori
dispongono di campioni tarati, ma nella maggior parte dei
casi anche di procedure per la taratura di campioni di lavoro
e per la conferma metrologica della strumentazione.
Con la nuova organizzazione non dovrebbe cambiare molto;
forse ci si può aspettare da parte di Accredia un innalzamen-
to dei requisiti tecnici da soddisfare sia per le verificazioni
periodiche che per la taratura dei campioni di lavoro per
confronto con quelli di riferimento. Il conformarsi a questi re-
quisiti non dovrebbe però essere particolarmente critico per
la maggior parte dei laboratori.
CONVEGNO METROLOGIA LEGALE – 9 GIUGNO 2017