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ottobre 2016

riduzione degli assorbimenti attribuibile a fattori

non-volontari (climatologia, dinamiche di mercato

ecc.), è una fortunata contingenza ma non costitui-

rebbe un ‘risparmio energetico’ poiché verrebbe a

mancare l’elemento di programmazione insito in una

qualunque policy di intervento. Secondo: il rispar-

mio energetico deve essere misurabile; il decisore

deve poter determinare l’e™etto quantitativo che

l’iniziativa sarà in grado di produrre, allo scopo di

verificarne l’adeguatezza ai fini del raggiungimento

di un dato obiettivo, per poter inseguire l’evoluzione

dei risultati prodotti nel tempo, e per commisurare

a tali risultati l’entità delle risorse impegnate. Terzo:

il risparmio energetico deve produrre risparmi posi-

tivi netti di energia rispetto alla situazione ex ante.

Per quarta cosa, il risparmio energetico dovrebbe

essere stabile nel tempo. Il decisore non potrebbe

accettare un ritorno ai consumi precedenti nel me-

dio termine: un provvedimento legislativo, o una

policy aziendale, deve necessariamente produrre

e™etti duraturi a fronte delle risorse impegnate.

Come quinta e ultima cosa, la misura di risparmio

deve generare flussi di cassa capaci di ricostituire

nel tempo l’investimento necessario all’implemen-

tazione della misura stessa, oltre a un extra vantag-

gio il cui valore attualizzato è il cosiddetto valore

attuale netto. Tale quinta condizione, come si capi-

sce, trasferisce il risparmio energetico dal dominio

dell’energia a quello dell’economia”.

Energia e tecnologie ICT

“Da un punto di vista strategico – a™ermano all’E-

NEA – le tecnologie dell’informazione e della comu-

nicazione rivestono un ruolo di grande importanza:

la natura pervasiva delle tecnologie dell’ICT, che si

applicano ormai a ogni settore delle attività uma-

ne, arricchisce il valore dell’innovazione, che costi-

tuisce il punto di riferimento sul quale si misura la

competitività dei Paesi. Le politiche economiche

riconoscono nelle tecnologie dell’ICT i propulsori

della crescita economica e dello sviluppo comples-

sivo della società”.

L’osmosi che si è creata tra energia e tecnologie

ICT ha portato a due tipologie di scenario: quello

dell’ICT per l’e cienza energetica e quello dell’e -

cienza energetica nelle ICT. “Le tecnologie dell’ICT

consentono di ottenere risparmi energetici in mol-

teplici settori, ma le stesse, per esempio server, di-

spositivi elettronici, computer, consumano energia

in quantità significative. Le apparecchiature e i ser-

vizi delle tecnologie dell’ICT sono responsabili di

circa l’8% del consumo di energia elettrica nell’UE e

di circa il 4% della produzione di emissioni di CO2.

Per questo, da anni, nel mondo dell’IT sono state

introdotte politiche di risparmio ed e cienza ener-

getica, in generale definite come green computing”.

L’intersezione tra le politiche dell’e cienza energeti-

ca e dell’ICT ha portato alla definizione di una nuova

area tecnologica, che può essere detta dell’ICT per

l’e cienza energetica. La Commissione Europea ha

specificato che con il termine ICT vanno intese non

solo le tecnologie software e hardware nell’ambito

delle telecomunicazioni, ma anche componenti e

sistemi elettronici. “Nell’area tecnologica dell’ICT

per l’e cienza energetica ricadono quindi i sistemi,

i dispositivi e i componenti che consentono rispar-

mi diretti ottenibili dal miglioramento dei consumi

degli stessi apparati elettronici, oppure, in quanto

tecnologia abilitante, risparmi indiretti in altri settori

industriali, per esempio dispositivi per la gestione

dell’energia degli edifici, per l’organizzazione della

logistica e altro ancora”, sottolinea Alberto Moro

della Commissione Europea. “Sono circa vent’anni

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