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marzo-aprile 2017
‘SMART MACHINE’, UN TERMINE DA CONOSCERE
nueranno ad evolversi. Le reti neurali profonde di oggi
saranno sostituite da tecnologie differenti in futuro, ma
la definizione di ‘smartness’ sarà più persistente.
8. Le smart machine contengono tre processi logici,
rappresentati dai sistemi di training, dai sistemi di
testing e dai sistemi runtime. La maggior parte dei
sistemi runtime saranno cloni virtuali dei sistemi di
training-testing e si baseranno su questi ultimi per
l’apprendimento. Questi cloni potranno essere con-
siderati ‘smart’ quando i processi di training-testing
avranno la possibilità di aggiornare i loro modelli in-
terni.
9. Questa definizione si evolverà di pari passo con lo svi-
luppo della catena del valore delle smart machine.
Le capacità delle smart machine
Le smart machine sono in grado di fare diverse cose. La
prima è di assimilare (estrarre valore da, e classificare i
contenuti di) enormi corpi di dati, comprese immagini,
video, testi parlati e altre forme d’onda, testi in forma
libera e contenuti strutturati. (È probabile che gli ‘enormi
corpi di dati’ non permangano come caratteristica distin-
tiva. Molte attività attualmente in corso per lo sviluppo
delle smart machine renderanno possibile l’apprendi-
mento da corpi di dati più ristretti).
Quindi riescono a riconoscere gli schemi ripetitivi meglio
di quanto possano fare le persone. Ad esempio, le mac-
chine ottengono spesso risultati migliori delle persone
nel riconoscimento facciale. Non è automatico, tuttavia,
che ottengano prestazioni superiori. Inoltre possono
dare l’impressione di comprendere corpi di dati molto
ampi, a volte disomogenei e in continuo cambiamento,
nei campi della letteratura medica, della giurisprudenza
o dei contenuti Internet per fornire indicazioni analitiche
ad uso degli esperti. (Dare l’impressione di comprendere
non equivale a dire o a sottintendere che comprendano
realmente).
Le smart machine possono però anche commettere er-
rori. Sia le persone che le smart machine commettono
errori, ma gli errori delle une e delle altre sono molto dif-
ferenti. (Da qui nasce l’esigenza di utilizzare sistemi ibridi,
ossia che combinino tecnologie intelligenti con approcci
più tradizionali, per trarre il massimo vantaggio da due
approcci molto diversi al problem solving.) Alcuni errori
delle smart machine sono facilmente spiegabili dagli svi-
luppatori, altri lo sono meno; servono perciò accurate
procedure di testing che, nelle situazioni critiche, vanno
integrate con l’uso di motori di regole.
Infine possono rendere possibile lo sviluppo di veicoli
senza conducente per uso pubblico e generalizzato (con
l’ausilio di motori di regole tradizionali) e gestire un dia-
logo produttivo (soddisfacente e gratificante) con i clienti
che richiedono assistenza.
*VP & GARTNER FELLOW
**RESEARCH VP
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