Executive maggio - giugno 2012 - page 25

può mettere in campo competenze importanti su una piattaforma
di mercato che è all’avanguardia per quanto riguarda il supporto
alle esigenze odierne e future del mercato bancario.
Come è evoluta la relazione con l’outsourcer a seguito della
cessione della maggioranza di B-Source?
Mandelli.
Certo oggi per B-Source siamo diventati un cliente come
tutti gli altri, anche se il più grande. Prima di firmar e l’accordo di
cessione abbiamo siglato un nuovo contratto di outsourcing. In
questo senso la governance è cambiata radicalmente, così come
la logica dei prezzi: siamo passati da un regime di prezzi fissi a uno
a prezzi variabili basato sul concetto di resource unit di tipo sia tec-
nologico sia business. Dalla trasformazione di B-Source in un puro
player di mercato ci attendiamo da un lato dei benefici derivati dalle
maggiori economia di scala e, dall’altro, di sfruttare l’opportunità di
essere entrati nella community dei clienti di B-Source e di Avaloq.
Questo ci consentirà di usufruire delle attività di sviluppo in modo
condiviso con gli altri clienti di queste due realtà. Abbiamo anche
fissato degli obiettivi di efficienza che l’outsourcer si è impegnato
a raggiungere nei prossimi anni.
Parlando di nuove modalità di fruizione de lle risorse IT, e
quindi sempre di sourcing, come state approcciando il tema
del cloud computing?
Mandelli.
È innegabile che anche noi siamo interessati al modello
di fruizione delle risorse IT di tipo cloud computing. È un modello
che può dare benefici in termini di costi e di agilità. Proprio in que-
sto periodo stiamo ragionando su un concetto di digital fort, ovvero
una cassaforte di dati alla quale potranno accedere il personale
della banca, le realtà con cui collaboriamo anche sui fronti business
e il cliente finale. Poter avere un cloud dove la Banca può memo-
rizzare dati in modo sicuro e il cliente, indipendentemente dalla sua
collocazione geografica, può accedervi è un grande beneficio.
L’esigenza c’è, ma d’altra parte non possiamo pr escindere dal
tema della riservatezza dei dati, quindi il concetto di cloud com-
puting pubblico a oggi non è praticabile per noi. La possibilità in-
vece di realizzare un cloud privato è uno dei temi che stiamo
affrontando oggi con il nostro outsourcer.
Tra i temi tecnologici oggi all’ordine del giorno dei Cio avete
accennato al mobility computing. Cosa state facendo in
questo ambito?
Mandelli.
La mobilità sta diventando una chiave importante per
il futuro del business per tutti, compr ese le banche e, quindi,
anche per BSI. Gli accordi in materia fiscale che la Svizzera ha si-
glato con i suoi partner europei, consentiranno alle realtà ban-
carie del Gruppo BSI di muoversi a tutto campo nei mercati
europei dove avranno libero accesso. Detto questo sui tablet
stiamo implementando diverse iniziative, tra le quali l’utilizzo
come strumento di produttività individuale per il management
aziendale. Ad oggi sono attivi circa 30 manager, ma contiamo di
arrivare a fornire l’iPad complessivamente a circa 70 profili api-
cali a fine anno. Una seconda iniziativa riguar da invece proprio
l’attività di private banking. Intr odurremo l’utilizzo dell’iPad nel
processo di wealth advisory, ovvero dare ai nostri private banker
un tablet per gestire le fasi relative ai processi di profiling e di ad-
visory dei clienti e potenziali clienti. A partir e dall’inizio del 2013
inizieremo a dare corso a questo pr ogramma in Svizzera e se-
guiranno successivamente tutte le location dove siamo presenti
a partire dall’Asia. Complessivamente il progetto prevede di do-
tare di iPad tutti i nostri private banker, ovvero circa 700 persone.
Nelle vostre sperimentazioni sull’iPad, quali considerazioni
avete fatto a proposito della sicurezza di queste piattaforme?
Mandelli.
Come manager di una realtà multinazionale che opera
su fusi orari molto distanti tra loro, siamo ormai abituati da anni
a essere “sempre” in azienda, questa è una dimensione normale
del nostro operare. Ma a questo punto penso che sia più che le-
cito pensare che chi vive questa dimensione debba poter di-
sporre nel tempo lavorativo anche di una finestra sulla sua vita
privata. L’iPad rappresenta il mezzo che può c onciliare le due
esigenze. L’architettura di sicurezza diventa pertanto la compo-
nente cardine che deve consentire di far convivere all’interno di
uno strumento, come l’iPad, le funzionalità professionali e quelle
private senza togliere ad entrambe la necessaria privacy.
In questo momento avete comunque scelto una piattaforma
di riferimento, mentre non avete sposato l’approccio bring
your own device…
Mandelli.
Attualmente no, ma in futuro dovremo sicuramente fare
i conti con questo fenomeno. Non solo, dopo la fase iniziale di
diffusione degli iPad presso la nostra rete di private banker, ci
dovremo aspettare che siano i clienti stessi a richiederci di di-
sporre sui loro dispositivi mobili delle informazioni e delle funzio-
nalità che avrà il private banker sull’iPad.
Coduri.
La rivoluzione del mobility computing sarà una caratteri-
stica di business sempre più importante nei prossimi anni. In que-
sto senso, abbiamo iniziato da tempo a ricevere dei segnali dalle
persone più operative e quindi il management più innovativo si è
focalizzato sul tema. Dalle riflessioni fatte è nato il piano che ini-
zierà a essere operativo dall’inizio del 2013. Anche in questo
caso BSI ha dimostrato di sapersi muover e con serietà, conti-
nuità e innovazione, nella consapevolezza che il business cam-
bia velocemente e che vecchi modelli del passato non possono
più reggere: stare in banca ad aspettare i clienti non funziona più.
Anche per le banche svizzere.
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maggio-giugno 2012
L’INNOVAZIONE E LA CURA DELLE BUONE TRADIZIONI
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