Previous Page  89 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 89 / 100 Next Page
Page Background

87

novembre-dicembre 2016

città sono i nodi intelligenti e propulsivi ma l’obiet-

tivo è quello dello sviluppo sostenibile perseguito

attraverso una pluralità di politiche e di strategie

messe in campo per una transizione da un sistema

fortemente dissipativo in termini di risorse natu-

rali verso un sistema diverso, molto più dinamico,

efficiente, circolare, ricco di conoscenza e di nuo-

ve articolazioni, capace di perseguire lo sviluppo

e il benessere dei cittadini in una nuova accezione

smart al di là dei consumi, al di là del PIL, investen-

do in capacitazione e relazioni sociali”.

Il tema della misura

In questa condivisibile visione delle cose, le tec-

nologie ICT non sono l’unico e solo abilitatore ma

restano un cardine della smart city. Soprattutto nel

ruolo di parte integrante degli strumenti che aiutano

a superare gli ostacoli alla di†usione dell’ecienza.

In una qualsiasi azienda, per fare ecienza in ma-

niera seria è necessario che tutte le lavorazioni e

i processi aziendali siano monito-

rati e tenuti sotto controllo trami-

te misuratori. Questo però ha un

costo e rappresenta una barriera

soprattutto nelle piccole e medie

imprese, dove c’è da sempre meno

attenzione all’energy management

e anche meno soldi da investire.

Gli strumenti ICT-based della energy intelligence

a†rontano il dicile capitolo della ‘misura’ e aiu-

tano a trovare un punto di incontro tra la necessità

di tenere sotto controllo i consumi energetici e il

costo che tale attenzione comporta. Aiutano anche

a fare le diagnosi energetiche, in cui una corretta

misura dei consumi rappresenta il fattore validante.

L’Enea riferisce che, con oltre 15.000 diagnosi ener-

getiche e†ettuate da oltre 8.000 imprese, l’Italia si

colloca al top della classifica UE dei Paesi più virtuosi

nell’attuazione della direttiva europea sull’ecienza

energetica per i check-up nelle aziende. In tutto il

resto d’Europa, infatti, ne sono state inviate circa

13.000, di cui 7.000 sono dichiarazioni di avvenu-

ta diagnosi. Il dato riguarda le imprese energivore

e di grandi dimensioni tenute a e†ettuare l’audit

energetico. Alla scadenza di legge del dicembre

2015 le diagnosi inviate erano 14.342 da parte di

7.516 imprese, salite poi a 8.461 con 15.685 diagnosi

a fine giugno 2016.

Alle origini del successo del ‘modello Italia’ ci sono

alcune best practice che Bruxelles sembra inten-

zionata a indicare nella prossima revisione della

Direttiva sull’ecienza; fra queste, in particolare,

l’istituzione di tavoli tecnici permanenti come mo-

mento di confronto e analisi per individuare proce-

dure operative condivise con i soggetti interessati,

per l’attuazione degli aspetti più complessi della

direttiva. Il lavoro dei Tavoli si è poi concretizzato

in circolari attuative del MiSE.

Sono risultate misure ecaci anche la realizzazio-

ne di modelli di rendicontazione

standardizzati per gli operatori e

per elaborare i dati delle diagnosi,

la predisposizione di Linee guida

settoriali per dare alle aziende in-

dicazioni utili per adempiere all’ob-

bligo legislativo e la messa a punto

di una procedura specifica per le

aziende multisito.

“Queste iniziative, condivise con Confindustria e

con gli altri soggetti interessati, proseguiranno as-

sieme alle attività che Enea sta portando avanti a

supporto del MiSE per favorire sempre più il con-

fronto con i soggetti interessati, attraverso iniziative

di informazione, formazione, convegni e seminari,

elaborazione di documentazione tecnica e studi

settoriali con le associazioni di categoria”, ha af-

ENERGY MANAGEMENT

© apinan - fotolia.com

© mangpor2004 - fotolia.com

Deve essere conveniente

monitorare, altrimenti

nessuno lo fa (a meno

che non sia obbligato…)