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marzo-aprile 2017

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ANALISI

Intervista a:

Claudio Da Rold, VP and Distinguished Analyst, Gartner

Cosa significa oggi per un’azienda italiana dotarsi delle competenze e

degli strumenti corretti per affrontare la trasformazione digitale e come

deve essere effettuata la selezione corretta?

Si tratta di un processo complesso finalizzato alla ricerca di nuove idee e ap-

procci per servire i clienti e migliorare prodotti e servizi, tenendo nel contempo

conto che la digitalizzazione richiede un’azione su scala globale, pena il rischio

che un concorrente possa replicare altrove un modello locale che funziona.

Per poter coniugare globalità e localizzazione servono nuove competenze che

in questo momento sono scarsamente disponibili. Ad esempio, è possibile

trovare dei neolaureati preparati su IoT e meccanica additiva, al contrario di

quanto accade con persone con molti anni di esperienza. A questo si aggiunge

che oggi il 70% del digital business viene svolto su piattaforme esterne il che

richiede la ricerca di nuove tipologie di partner e fornitori, che oggi in Italia, di

fatto, mancano.

Nel contempo le aziende devono avere il coraggio di fare le scelte e gli inve-

stimenti corretti in uno scenario dove le idee ci sono ma manca una visione

globale e internazionale. Infine bisogna operare in modalità bimodale, un at-

teggiamento molto presente nelle realtà particolarmente impegnate sul fronte

business digitale, con conseguente crescita di fatturato.

Come stanno evolvendo in tal senso i modelli di selezione e di sourcing e quali sono i passi che un’azienda

deve compiere per non sbagliare nelle proprie scelte?

Partiamo dal fatto che quando si adotta un approccio bimodale, per arrivare a un’innovazione rapida, il risultato non

è per sua definizione noto. Ecco che non è possibile pianificare come avviene con le metodologie più tradizionali, e

ogni errore commesso rappresenta un’occasione di apprendimento per trasformare i modelli aziendali. Insomma ci

sono decisioni per il lungo termine, sicure, e altre di innovazione per le quali vanno messi in conto errori e cambiamenti

rapidi. Una realtà che lavora in questo modo è Amazon, che si è distinta come la società arrivata più rapidamente

a 100 miliardi di dollari di fatturato, in 10 anni è diventata con AWS il quarto outsourcer nel mondo, mentre in un

anno il suo marketplace Amazon Business ha raggiunto il miliardo di dollari di giro d’affari. È questo che si intende

quando si parla di rapidità del business digitale. In generale, le aziende devono tenere un atteggiamento esplorativo

con i fornitori nuovi, seguire modelli di sourcing diversi, investire nella tutela della proprietà intellettuale e, per il resto,

affidarsi a partner.

Dovendo indicare tre competenze che ritiene chiave per il futuro di un’azienda che vuole effettivamente

guadagnare un vantaggio competitivo nell’era digitale, quali citerebbe e perché?

Un primo tema da segnalare è quello del design thinking. Bisogna avere quella capacità di analisi delle problematiche

partendo dalla fine, dal punto di vista e dall’esperienza del cliente, ricostruendo verso l’alto come dovrebbe essere il

modello di business.

Il secondo punto riguarda la possibilità di prevedere il comportamento del cliente tramite un mix di big data, analytics e

modelli predittivi delle reazioni a determinati eventi. Applicando la tecnologia a modelli di business dove è il consuma-

tore che afferma cosa sia giusto e sbagliato. Per cui, tanto posso prevedere e tanto più le proposte a valore avranno

possibilità di successo, il che presuppone però anche un elevato grado di competenza fronte clienti. Terzo elemento

importante è quello della cyber security, con l’innovazione che deve essere protetta nel modo più corretto. Infine, in

modo trasversale, deve essere presente la capacità di gestire le relazioni con l’ecosistema di partner e provider che

alla fine peseranno per il 70% delle attività di digital business. Ecco che parliamo di figure professionali diverse da

allineare agli obiettivi di business e della capacità di selezionare fornitori che lavorano anch’essi in modo innovativo e

bimodale, altrimenti si allungheranno i tempi di realizzazione e si perderanno opportunità.

(P.M.)