marzo-aprile 2017
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ANALISI
Intervista a:
Val Sribar, Group Vice President Cio Research Group
Quali sono i tre passi principali che deve fare il Cio per diventare un
Digital Leader?
Prima di tutto il Cio deve capire bene cosa è il digitale. Per fare questo può
semplicemente guardare come lo usano i più giovani. Osservare i nostri figli
è la migliore lezione per capire cosa bisogna fare per iniziare ad approcciare
questo mondo, identificarne le dinamiche e comprendere come i modelli digitali
possono trasformare le nostre organizzazioni.
Inoltre, il Cio può guardare alle industrie che in questi anni sono già cambiate
grazie al digitale. Gli esempi non mancano. Cito volentieri quello dell’industria
fotografica. Ancora oggi molti fanno l’errore di dire che il digitale ha distrutto l’in-
dustria fotografica. Certamente questa oggi si è molto ridimensionata rispetto
a quella di 20 anni fa, ma oggi con i nostri device portatili prendiamo più foto
e facciamo più video di qualsiasi altra epoca passata. Il digitale oggi diciamo
che comprende anche l’internet of things, ebbene le macchine fotografiche
digitali sono delle cose. Sono nei nostri smartphone e tablet, sono nelle auto,
agli angoli delle strade. Quindi la storia giusta non è quella di un’industria che
è stata distrutta, semmai è un’industria che ha cambiato completamente tutti
i suoi concetti di base e oggi le macchine fotografiche digitali sono ovunque.
Il digitale permette al Cio di pensare che il suo business può essere ovunque,
non avere confini fisici e non avere limiti di posizionamento e azione.
Cosa deve fare dopo questa prima presa di consapevolezza?
Il secondo passo che il Cio deve fare è capire che ha due lavori. Il primo, quello più importante al quale dovrebbe
dedicare la maggior parte del suo tempo, è quello di ‘business executive’. Il secondo, quello che arriva dalla tradizione,
è il responsabile dell’IT delivery, al quale deve dedicare porzioni sempre minori del suo tempo.
Per fare al meglio il lavoro di business executive, il Cio deve relazionarsi e coinvolgere nelle sue strategie gli altri bu-
siness executive responsabili degli altri settori aziendali; deve orientarli verso l’innovazione e deve aiutarli a guardare
agli ‘economics’ del loro business. È un ruolo che trova un fondamento molto forte nelle sue capacità di relazione,
ma anche nelle doti di influenzatore delle opinioni, e quindi delle decisioni, dei suoi colleghi.
Per fare questo quindi il Cio deve compiere il suo terzo passo nella direzione di costruirsi una visione digitale per ogni
area della sua azienda: dalla produzione alle vendite, dal servizio al marketing, dall’HR alla finanza...
Per semplificare le cose il Cio può catalogare tutti i processi della sua azienda in quattro macro aree: il futuro digitale
dei prodotti e dei servizi della sua azienda; il futuro digitale della customer exeprience che sarà offerta ai clienti; quello
della gestione degli asset e delle operation; e, infine, quello delle attività di back office.
Il Cio deve quindi avere una visione digitale per ognuna di queste quattro macro aree. Se ci riuscirà significa che
politicamente avrà la possibilità di essere riconosciuto come il Digital Leader della sua azienda.
Essere degli innovatori ‘disruptive’ è una caratteristica strettamente legata all’età?
Certamente c’è una visione più disruptive anche nelle nuove generazioni di Cio, ma per essere un Digital Leader non
conta tanto l’età. Conta avere una mente fresca, aperta, non condizionabile da tutto quanto è stato vissuto in passato.
Attenzione non dico che l’esperienza non conta, dico solo che il Cio deve essere in grado di riconoscere che certi
limiti che hanno condizionato i suoi progetti in passato sono superati dalle tecnologie, o sono superabili grazie a un
nuovo approccio. Naturalmente il Cio mantiene anche la responsabilità dell’IT delivery perché l’operatività dell’azienda
rimane il suo obiettivo principale, e quindi il Cio deve essere in grado di conciliare i due mondi.
In Gartner da tempo abbiamo introdotto il modello dell’IT Bimodale. Il Cio quindi deve continuare a supportare i pro-
cessi della sua azienda, certamente anche innovando l’IT, ma deve anche fare delle sperimentazioni all’interno di un
contesto protetto e sicuro per non mettere a repentaglio l’operatività aziendale.
(R.V.)