DIGITALE PER CAMBIARE (IN MEGLIO)
10
marzo-aprile 2017
Intervista a:
Danilo Gismondi, Cio di Trenitalia
Il tema della trasformazione digitale nella vostra azienda. Quali iniziative
avete intrapreso, o avete previsto, e quali sono le opportunità che pen-
sate di poter cogliere o avete già colto?
La trasformazione digitale è uno dei pilastri portanti del piano industriale del
gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Nella fattispecie si parla di tre tematiche:
trasformazione dei processi aziendali, efficientamento dei processi industriali e
intermodalità delle relazioni tra i soggetti interni ed esterni. Da qui nascono varie
iniziative progettuali. Se parliamo ad esempio del tema della Customer Expe-
rience, andiamo a creare un ecosistema esteso per offrire un’esperienza ‘porta
a porta’ al cliente. È la forte estensione del punto di contatto, via web e mobile,
con l’ambizione non solo di far pianificare il viaggio ma di accompagnarlo per
tutto il suo svolgimento integrando anche soggetti esterni. Lavoriamo inoltre su
tutto ciò che è strumentazione digitale per cui oggi circa 15.000 dipendenti, in
gran parte macchinisti, capitreno e personale di assistenza, usano un dispo-
sitivo mobile non solo per fornire servizi ma anche collaborare e comunicare
internamente all’azienda, ad esempio quando si parla di cedolini o gestione
presenze. Lato backoffice sono infine in corso diverse iniziative in chiave smart
working, con strumenti self-service avanzati da fornire ai dipendenti per un’ot-
timizzazione del lavoro.
Quali sono le sfide che oggi emergono secondo lei con maggior forza quando si parla di innovazione
tecnologica, anche tenendo conto del vostro modello di business e del settore in cui vi trovate a operare?
La sfida principale riguarda proprio l’intermodalità considerato anche che non si opera solo a livello nazionale ma
anche in altri Paesi. La forte frammentazione delle aziende di trasporto porta poi a non riuscire a offrire ai clienti facilità
d’uso degli strumenti digitali. Si parlano lingue tecnologiche diverse. Pensiamo agli standard di emissione dei biglietti
con carte contactless. In Italia ci sono almeno sette standard, eredità dell’autonomia di scelta delle città metropolitane;
ciò rende complicato il dialogo tra i sistemi di Regioni limitrofe e i relativi abbonamenti non solo per i treni ma anche
per i mezzi pubblici urbani. È un tema molto caldo, non solo in Italia, che si lega anche a quello della CX per cui stiamo
cercando di offrire strumenti contactless interoperabili, introducendo nel contempo l’uso del mobile, e risolvendo il
problema di riuscire a leggere gli oggetti.
Quali sono i vostri progetti in relazione all’IoT. Quali opportunità vedete e quali criticità secondo voi sono
da affrontare e risolvere?
Relativamente all’IoT da un paio d’anni stiamo implementando un’iniziativa progettuale battezzata ‘dynamic mainte-
nance management system’ che rappresenta un nuovo paradigma di manutenzione dei treni e dei suoi componenti,
basato sull’uso di indicatori di vita e salute dei componenti. Si considera il treno un oggetto vivo e parlante con cen-
tinaia di sensori che trasmettono in tempo reale dati da usare per prevedere possibili anomalie. È un progetto molto
sfidante che pensiamo di ultimare nel 2018. Ad oggi abbiamo già dei ritorni sull’ottimizzazione dei costi ma anche
della qualità del dato a fine manutentivi e di esercizio ferroviario, il che significa anche efficienza dei processi, riduzione
di spese e maggiore qualità per il cliente. Alcune criticità che vediamo sono legate alla carenza di skill nell’analisi dei
dati, con una scarsa disponibilità di risorse di data scientist e di ingegneri di prodotto. Questo perché è sempre stata
sottovalutata la differenza enorme tra ricerca operativa e ricerca finalizzata al business.
(P.M.)