SPECIALE GDPR
primo per lanciarsi poi su un secondo. Queste sei fonti
sono a loro volta raggruppabili in tre classi di nuovo fat-
turato: connected revenue (le prime quattro), platform
revenue (la quinta) e new industry revenue (la sesta).
“La migliore strategia di digital business copre sei do-
mini in particolare”, ha specificato Schulte riferendosi a
contesto, opportunità, capacità, minacce, gap e sinergie.
Andando quindi a coinvolgere l’IT in termini di doman-
da, controllo e fornitura. “Ecco che sono quindi richie-
ste piattaforme tecnologiche che coinvolgano partner,
clienti, dipendenti e cose”.
Cosa deve fare il CIO
Quali a questo punto i suggerimenti per un CIO?
Prima di tutto accertarsi che esista una chiara digital
leadership a livello di C-level e dove effettivamente si
inserisce la sua figura particolare.
Identificare quindi le ambizioni dell’azienda, determinando
il proprio ruolo nell’ecosistema e selezionare diversi mo-
delli di generazione di fatturato. A questo punto ciascuno
dei componenti che formano un framework di strategia
digitale va popolato e rifinito, aprendo un confronto.
La strategia di business digitale e quella IT vanno suc-
cessivamente integrate in modo corretto, definendo le
piattaforme tecnologiche necessarie al modello prescel-
to per poi infine cercare ecosistemi di business digitale
emergenti nel rispettivo settore, definendo il ruolo della
propria impresa. Tutto questo richiede la creazione di
budget, strumenti e un team entusiasta per affrontare
esperimenti digitali, ripetendo e facendo evolvere il pro-
prio approccio in base a quanto appreso.
Come prepararsi al GDPR
Come abbiamo visto uno degli elementi destinati a in-
fluenzare le strategie di digital business delle aziende è
legato agli aspetti normativi, che vedono nel GDPR uno
degli impegni maggiori da seguire nei prossimi mesi in
pratica da quasi tutte le organizzazioni.
Il nuovo Regolamento non si applica solamente alle azien-
de basate nell’Unione Europea, ma anche a quelle esterne
che vi offrono beni e servizi, o che hanno un controllo
sulle persone interessate ai dati che vivono all’interno
dei confini della UE. Ecco che
Bart Willemsen
, Research
Director Gartner, ha fornito una visione a 360 gradi degli
aspetti più critici del regolamento al quale è necessa-
rio adeguarsi entro il prossimo 25 maggio. “Per quella
data meno del 50% di tutte le organizzazioni saranno
totalmente conformi al GDPR e da quando Gartner ha
pubblicato il documento ‘2016 Hype Cycle for Privacy’
abbiamo ricevuto circa 5.800 richiese sul tema della
privacy, un aumento del 45% sul periodo precedente-
mente in esame”, ha esordito Willemsen evidenziando
quindi come si tratti di una tematica che sta crescendo
di interesse e da tenere sotto controllo in modo preciso.
E questo per diverse ragioni. Dalle sanzioni a cui si potrà
andare incontro, ossia fino 20 milioni di euro o al 4%
del fatturato globale annuale, alla creazione di sfiducia
e meno fedeltà in clienti e dipendenti a seguito di even-
tuali brecce, e alla perdita di reputazione e clienti nel
caso di mancato rispetto dei diritti previsti nel GDPR
relativi alla privacy. “Facendo un paragone con chi guida
una motocicletta, non essere conformi al GDPR è come
superare i limiti di velocità quando si sta cercando di
fare un record, quindi violare una legge. Ecco che per
evitare che questo accada, e non uscire anche di strada,
bisogna identificare le aree e i processi su cui il regola-
mento impatta e mettere insieme un team multidisci-
plinare per affrontarlo. Tenendo anche conto che alcuni
degli obblighi che include erano comunque già previsti in
normative e prassi precedenti”, ha aggiunto Willemsen.
Di fatto, sono diversi i punti essenziali che le aziende
devono tenere a mente, con al centro il controllo delle
proprie attività di elaborazione dati (stabilendo tra l’al-
tro anche i corretti periodi di retention ed eliminando
quelli in eccesso), il fatto che quanto è legato diretta-
mente ai processi di comunicazione e responsabilità
33
dicembre 2017
© iStock - ipopba