SPECIALE GDPR
Il Regolamento generale europeo per la protezione dei dati entra nelle priorità delle
organizzazioni che trattano informazioni legate ai cittadini residenti nell’Unione Europea.
I consigli di Gartner su come operare.
L
a cosiddetta digital economy fornisce una serie di op-
portunità senza precedenti per sfruttare nuove fonti di
fatturato e trasformare i modelli di business tradizionali.
Allo stesso tempo la concorrenza che proviene sia dal
proprio settore di riferimento così come dall’esterno si
fa sempre più serrata e i legislatori stanno stabilendo le
condizioni per condurre un’attività digitale che sia vera-
mente sicura e responsabile. Da queste considerazioni
è partito l’invito al local briefing di Gartner intitolato
Great Strategies and Effective Privacy Are at the Heart
of Successful Digital Business tenutosi a Milano qualche
settimana fa. Una giornata nel corso della quale un grup-
po di analisti Gartner ha affrontato nel dettaglio queste
tematiche per rispondere a una serie di domande e illu-
strare come vincere le sfide che i CIO si trovano oggi di
fronte. Obiettivo: garantire che l’azienda in cui operano
prenda le corrette decisioni quando deve portare avanti
un digital business, proteggendo nel contempo in modo
appropriato le informazioni vitali per la sua realizzazione.
Soprattutto alla luce del GDPR (general data privacy re-
gulation) a cui la grande maggioranza delle organizzazioni
dovranno adeguarsi entro il 25 maggio 2018.
Lo scenario del ‘digital business’
Ansgar Schulte
, research director di Gartner, ha spiegato
come i modelli di business delle aziende stiano sostan-
zialmente cambiando, con le tecnologie digitali che stan-
no diventando un elemento abilitativo in ogni settore.
Il problema è che il termine ‘digital business’ oggi non
sempre viene utilizzato in modo appropriato e completo,
per esempio quando si parla più semplicemente di e-
commerce o di digital marketing. Ciò che deve esistere
IL GDPR NEL NUOVO
SCENARIO DEL DIGITAL
BUSINESS
Paolo Morati
è nella realtà una vera capacità di interazione intelligente
tra mondo fisico e virtuale e la creazione di un solido
ecosistema digitale. Inoltre, non è sufficiente che piat-
taforme tradizionali come CRM o ERP facciano leva su
tecnologie come mobile, cloud o social. “Per realizzare il
digital business l’IT si posiziona al centro come elemento
abilitante di tutti gli altri reparti e delle interazioni che
vivono tra loro e verso l’esterno”, ha spiegato Schulte.
Lo scenario di riferimento è di fatto quello che vede en-
trare in gioco tre elementi: quello delle tecnologie digi-
tali – che comprende aspetti come l’Internet of Things
(IoT), le smart machine e il Nexus of Forces. Quindi i
trend social, che comprendono la ‘sharing economy’ o
il ‘quantified self ’, e infine le nuove normative.
Detto questo sono invece sei le nuove fonti di reddito
individuate da Gartner come rese attuabili da un vero
e proprio digital business, seguendo però un percorso
trasformativo graduale. “La prima riguarda la vendita di
asset digitali già esistenti, come per esempio dati e algo-
ritmi. La seconda prevede la digitalizzazione di prodotti e
servizi, comprendendo le macchine connesse. Una terza
fonte è quella delle cosiddette ‘metered revenue’, ossia
la vendita con pagamento sull’effettivo utilizzo di una
risorsa. Un esempio possibile sono i servizi LaaS (light
as a service)”, ha aggiunto Schulte.
La trasformazione procede quindi con il ‘contract based
and shared risk account’ che riguarda, per esempio, una
variazione dei prezzi basata su una metrica di guadagno
condiviso, per passare a un ‘platform business’, ossia
un’attività dove chi compra e vende opera sulla stes-
sa piattaforma. Arrivando infine al passaggio in settori
contingui e/o nuovi, usando il know how acquisito in un
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dicembre 2017