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www.symantec.comda compiere e che sta dietro poi alle fasi di implementa-
zione e messa in esercizio delle tecnologie, il che signi-
fica anche riuscire a identificare quale dato deve essere
protetto, e quindi classificato, rispetto a quanto dettato
dalle normative. In Italia, inoltre, oggi manca ancora la
percezione dell’importanza della sicurezza per il business,
per cui i budget risultano spesso inadeguati all’obiettivo
da raggiungere. Un problema che riguarda le piccole
così come le grandi imprese, che devono per esempio
affrontare fenomeni come lo shadow IT in modo strutturale
e organizzato, e all’interno delle quali anche la diffusione
del cloud computing si rivela un elemento generatore di
nuovi processi collaborativi e operativi, la cui protezione
contempla l’adozione di approcci che tengano conto di
un ambiente privo del vecchio perimetro del network e
che va considerato come un insieme unico.
Può entrare maggiormente nel dettaglio?
Per accedere ad applicazioni e dati sensibili, lo scenario
odierno vede gli utenti passare non più dalla classica
rete aziendale, bensì da una molteplicità di canali e di-
spositivi più o meno protetti. Ecco che l’investimento di
un’azienda deve superare lo stack classico composto da
firewall, IPS/IDS e così via... Rivedendo completamente
la strategia di protezione dei dati, che viaggiano e risie-
dono sostanzialmente ovunque. Di fatto, non parliamo di
qualcosa di circoscritto bensì di inserito in contesti che
richiedono una protezione multilivello e multicloud per
far fronte ad attacchi multifase. Il che significa difende-
re la rete nelle sue diverse declinazioni, così come gli
endpoint fissi e mobili, passando dalla protezione del
core network a quella di quanto transita costantemente
su Internet, e dove si trovano effettivamente le minacce
più pericolose. Per usare una metafora, è come se oggi
si proteggesse solo il proprio appartamento quando in
realtà ormai l’ambiente dove si abita, vive e comunica
con i propri figli è anche ciò che sta fuori dalle mura
domestiche. Ed è anche lì che vanno fatti controlli e ap-
plicati criteri di protezione.
Crede che fenomeni come i ran-
somware, che hanno dominato le
cronache degli ultimi mesi, così
come il GDPR possano stimola-
re un cambio di paradigma in
questo senso?
Penso che le due cose assieme
aiutino a sviluppare una consape-
volezza maggiore sul tema della
sicurezza che però non deve par-
tire dalla paura di subire minacce
o di dover pagare multe salate in
caso di mancata conformità con
le normative. La sicurezza deve
essere considerata un elemento di
forte sviluppo dei progetti, qual-
cosa che parta dal ‘buonsenso’
per non subire dei danni anche
importanti. Se il GDPR da un lato prescrive determinate
regole sul tema della protezione dei dati, bisogna tener
conto che in generale una loro esposizione o violazione
produce un impatto in termini sia economici che di imma-
gine. Con perdita di competitività al di là dei rischi legali.
Qual è in definitiva il suggerimento e la parola d’ordine
che si sente di dare su questo tema?
La risposta sta nella semplificazione dell’architettura di
sicurezza a fronte di una sofisticazione crescente delle
minacce, considerata una complessità resa ancora mag-
giore dall’avvento di cloud e mobile. E Symantec è nella
condizione di offrire tutto questo grazie al lavoro svolto
da più di 3.500 ingegneri impegnati nelle attività di ri-
cerca e sviluppo, ma anche agli oltre 2.100 brevetti svi-
luppati e all’esperienza fatta su oltre 350.000 clienti in
tutto il mondo. Tutto questo offrendo tecnologie avanzate
e integrate, così come servizi managed 24x7 nonché
un’offerta di consulenza per valutare lo stato del cliente
anche rispetto ai requisiti del GDPR.
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