quello di tipo ‘predictable’ e quello di tipo ‘elastic’:
normalmente, la proporzione che caratterizza questi
workload si aggira in un rapporto di 60/40, 70/30
a favore dei workload predictable. Come nella vita
di tutti i giorni, così funzionano anche i razionali
che guidano le scelte tecnologiche: se per esem-
pio pensassimo di dover alloggiare in una località
lontana per un paio di giorni, quasi
certamente ci appoggeremmo ad
una struttura alberghiera; per un
tempo superiore, prenderemmo in
considerazione un appartamento in
atto e, per tempi di trasferta di
qualche anno, per un mero discorso
economico, potremmo anche valu-
tare l’acquisto di una casa. Alla stes-
sa stregua, la proposta del cloud
è estremamente favorevole per i
workload di tipo elastic ma risulta
poco conveniente per quelli ti tipo
predictable. La vision di Nutanix è
quella di fare in modo che le azien-
de possano avvantaggiarsi di tutti gli aspetti positivi
di una soluzione in cloud ma con una infrastruttura
on-premise che, basata su un paradigma innova-
tivo di data center che sfrutta l’iperconvergenza,
il WebScale e meccanismi di Application Mobility,
consente una riduzione significativa dei parametri
TCO e ROI. Con la Soluzione Enterprise Cloud di
Nutanix si riducono significativamente i costi di ow-
nership dell’infrastruttura on-premise apportando
tutti i vantaggi oerti tipicamente dal cloud a cui si
integra nell’ottica di rendere assolutamente traspa-
rente l’intero ambiente di data center per qualsiasi
esigenza di workload e di costo relativo.
Riccardo Romani, Presales Director, Oracle Italia
- Le infrastrutture IT dei data center
seguono percorsi di trasformazione
fortemente orientati dal mercato, che
oggi più che mai chiede alle linee di bu-
siness delle aziende di rispondere velo-
cemente a nuove e spesso inaspettate
esigenze, mediante rapidi adeguamenti
dell’IT stesso. Per altro, ogni azienda si
trova in situazioni diverse con obiettivi
diversi, ambienti IT eterogenei e spesso
investimenti da proteggere. Pertanto
i punti di partenza per muovere verso
una trasformazione che vede il cloud
come elemento comune sono molte-
plici. Oracle ha identificato 5 scenari
di trasformazione, o meglio ‘5 viaggi
verso il cloud’. In primo luogo l’ecien-
tamento delle infrastrutture on premise, dedicato
ad aziende che non hanno ancora adottato il cloud
(nemmeno in ambito privato ) e stanno usando tec-
nologie ‘cloud-ready’ come i sistemi ingegnerizzati
Oracle. Gli stessi che vengono utilizzati nel public
cloud Oracle e conferiscono al cliente la libertà di
operare nel proprio data center decidendo in un se-
condo tempo se e quando spostarsi
sul public cloud senza discontinu-
ità tecnologica. In secondo luogo
l’estensione del private cloud, per
quei clienti che hanno già iniziato
la loro trasformazione, mediante
interventi puntuali sul database, lo
strato di middleware e di analytics
e conferendo a essi le capacità di
operare in modalità as-a-service
sempre mediante i sistemi ingegne-
rizzati e le tecnologie di virtualiz-
zazione software Oracle. In terzo
luogo l’adozione di modelli ibridi
public/private dove le infrastrutture
organizzate su cloud privato mediante i sistemi in-
gegnerizzati coesistono con il public cloud Oracle,
suddividendosi dinamicamente i carichi di lavoro
del data center e consentendo ai clienti di muove-
re applicazioni da/per il cloud in modo trasparente
e senza discontinuità tecnologica, di gestione o di
processo. Il quarto scenario è l’implementazione di
un cloud pubblico nel proprio data center, mediante
una piattaforma integrata hardware/software (Ora-
cle Cloud Machine) che risiede nel data center del
cliente ma gestita da Oracle e in grado di erogare
servizi ‘a consumo’ esattamente come un servizio
IaaS su Public Cloud, anche da un punto di vista
finanziario. Infine un approccio Lift & Shift di parte
del data center o del suo intero footprint su public
cloud Oracle, anche migrando inte-
re farm virtualizzate con tecnologie
non-Oracle, importando le topologie
direttamente sul cloud e ricostruendo-
ne l’architettura con pochi click. Tale
aspetto viene poi completato da una
serie di strumenti che consentono al
cliente di evolvere le proprie appli-
cazioni sviluppandole con strumenti
cloud-native e abbracciando metodo-
logie di sviluppo già supportate da
una serie di tool disponibili su Oracle
Cloud. Insomma, come sempre, Oracle
dà la possibilità alle aziende di sceglie-
re e lo fa grazie alla completezza della
propria proposta che poi ne rappre-
senta l’unicità.
Riccardo Romani, Presales
Director, Oracle Italia
CIO e IT manager devono
diventare orchestratori
di modelli di sourcing.
Tenendo conto delle
competenze necessarie
a trattare i nuovi paradigmi
IT e delle novità
che possono arrivare
anche dalla collaborazione
con start-up.
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TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017