Analisi e valutazioni sulla presenza e sulle attività legate a un ‘personal brand’
su internet e nei social.
A
mici del canale, spesso le imprese che si occupano di servizi si domanda-
no come costruire un brand, soprattutto se operano in aree ricche di con-
correnti che o rono servizi simili. La risposta consiste nel puntare su qualità
e competenza, due attributi del brand che sono sempre e solo passivi, cioè
valgono solo se sono i nostri interlocutori ad attribuirceli. Ciascuno di noi però
sa, per esperienza diretta, che qualità e competenza di un’impresa di servizi
sono rappresentate in massima parte dalla qualità e competenza della persona
o struttura con la quale ci troviamo a parlare: lo sportellista in banca, l’impie-
gato del call center, l’autista dell’impresa di trasporti, il manager dell’azienda.
Ecco quindi una prima ricetta di cui tenere conto: “Il brand di un’impresa di
servizi coincide con l’insieme dei personal brand dei suoi addetti, e partico-
larmente del management”.
A prima vista, potrebbe sembrare strano accostare i due termini personal
e brand. Gli individui infatti sono esseri unici, irripetibili e concreti, mentre i
brand sono costrutti astratti. Per risolvere l’apparente contraddizione basta
considerare che uno degli attributi delle ‘persone’ è la loro ‘reputazione’ e
che spesso il brand delle imprese commerciali viene definito ‘contenitore di
reputazione’. Tutto ciò diventa ancor più indicativo nella nostra età digitale,
ove chiunque può farsi velocemente e con poco sforzo un’idea di chi sia la
persona che sta per incontrare.
La prima osservazione è che la nostra reputazione digitale, e quella delle no-
stre aziende si costruisce nel tempo, proprio come quella nel mondo fisico.
Non c’è nessuna scorciatoia possibile e quando parliamo di ‘tempo’, sono
anni, non giorni o mesi.
Un modo ecace per a rontare il problema è di dividerlo in due più piccoli,
anche se, come vedremo, i due sono collegati.
Problema numero 1: il vostro brand ‘organico’
Per chiarire meglio il concetto di performance organica, facciamo l’ipotesi che
una persona voglia proporsi al mercato in veste di consulente. Come prima cosa
questa persona (provate a mettere in Google la stringa ‘
Gianni Catalfamo
’ per
seguirci in questo esempio pratico) si deve domandare quale opinione si farà
di lui qualcuno che, non conoscendolo, si rivolga a Google. Un primo esame
della Search Engine Result Page ci permette già di trarre alcune conclusioni.
L’analisi dei risultati fa emergere le seguenti considerazioni positive.
1. Tutto ciò che appare nella prima pagina della Serp è di sua proprietà, oppure
lui vi ha contribuito significativamente. Dato che non si tratta di una figura
controversa, come per esempio un uomo politico, non corre il rischio che
qualcuno si prenda il disturbo di creare una pagina che lo attacchi. Avere
solidamente in mano la ‘propria prima pagina’ relativa ai risultati che Goo-
gle presenta è la migliore delle strategie difensive per chiunque.
2. I primi due link portano a LinkedIn e al suo sito personale; in particolare
la prestazione organica del sito si giova dell’uso del CMS WordPress, che
porta in dote l’ottima performance di questa piattaforma. Le celebrità do-
LA VOSTRA AZIENDA
HA UN BRAND RICONOSCIBILE?
Primo Bonacina, Gianni Catalfamo
Primo Bonacina
28
gennaio-febbraio 2017
VALUE POINT - IL RUOLO DEL CANALE
Gianni Catalfamo