I collaboratori sono alla base del successo di qualsiasi azienda.
Bisogna saperli gestire nel modo giusto.
A
mici del canale, come ben sapete, quasi tutte le organizzazioni si basano sul
lavoro di persone che si trovano nella ‘parte bassa’ dell’organigramma, non
vengono pagate molto, a volte non vengono trattate con particolare rispetto e
magari sono comprensibilmente di denti verso promesse che sentono ripetere
ormai da anni. Il fatto di definire queste persone ‘la parte bassa’ dell’organigram-
ma non è poi d’aiuto. Immaginate di essere stati pagati il minimo sindacale per
tutta la vostra carriera, di essere gli ultimi a essere premiati e i primi a rischio
di licenziamento. Immaginate che il vostro capo abbia più libertà nel gestire
le ferie, non debba timbrare il cartellino e possa gestire in piena autonomia il
proprio tempo. Perché i capi si stupiscono, quindi, se alcuni dipendenti reagi-
scono a questa situazione lavorando di meno? Facendo ‘il minimo sindacale’?
È FACILE CADERE IN UN CIRCOLO VIZIOSO ANZICHÉ VIRTUOSO
Il punto è questo: in realtà, la maggior parte delle persone vorrebbe lavorare
bene e con passione. Vorrebbe essere fiera del proprio lavoro, essere impegnata
e fare progressi, gestendo al meglio la propria giornata. Troppo spesso, tutta-
via, il ‘leader ottimista’ (il CEO è per definizione e di solito un ‘leader ottimista’)
si scontra con alcuni pessimisti in prima linea e la di denza compromette le
buone intenzioni iniziali. Il capo perde la pazienza e torna ai vecchi metodi
basati su prove e misurazioni, sfiducia, gestione scientifica, disumanizzando
l’organizzazione e le persone che dovrebbero far funzionare il progetto nel
suo complesso. E così, si torna alla mediocrità. Si torna a cercare di alzare il
fatturato, abbassare la fiducia, annullare l’emozione, rimuovere la ‘narrazione
e condivisione del futuro’ (tanto è una perdita di tempo, so io dove dobbiamo
andare, sono io che comando ...). Si torna ad avere capi cinici e lavoratori che
non credono più di tanto in ciò che fanno. Per lo più, si torna a un’organiz-
zazione ordinaria, identica a molte altre. Un’alternativa forse esiste. Si tratta
tuttavia di un processo, non di un singolo evento. Un processo in cinque fasi.
FASE 1: UN VERO IMPEGNO, DALL’ALTO, PER FAR SÌ CHE IL POSTO DI LA-
VORO SIA DIVERSO
Si tratta di un impegno a tempo indeterminato. Significa guidare, essere pre-
senti e mantenere le promesse, per i mesi e gli anni a venire. Significa abban-
donare il cinismo e vedere la leadership come un’opportunità, una possibilità
di servire i clienti e, allo stesso tempo, di ispirare e fornire esempi e strumenti
di lavoro ai dipendenti. Ci vorrà molto tempo e non sarà certo facile. Si dà il
caso, però, che nei settori in cui le persone contano, questo percorso si ripa-
ghi da sé, alla fine.
FASE 2: QUANDO ASSUMETE, VALUTATE L’ATTEGGIAMENTO, NON SOLO
LE COMPETENZE ACQUISITE
Quasi tutto si può insegnare. Ma è molto più di cile sviluppare un istinto di
diligenza. Quando assumete persone fidate, disposte a credere in voi, avete
QUAL È LA BASE
DELL’ORGANIZZAZIONE?
Primo Bonacina
Primo Bonacina
36
giugno 2017
VALUE POINT - Il ruolo del canale