
settore della produzione.
Per potersi diffondere nella
produzione, le stampanti 3D
devono però risolvere ancora
cinque limitazioni che si possono
superare in parte con l’evoluzione
delle tecnologie attuali, ma
richiedono l’introduzione di nuove
tecnologie per ottenere veri salti
quantitativi e qualitativi: modeste
velocità di produzione; limitata
scelta di materiali utilizzabili; limitate
dimensioni massime dei prodotti
fabbricabili; integrazione con
altre macchine di produzione e
inserimento nei contesti produttivi e,
naturalmente, costi elevati.
Da stampante a robot?
Il 2016 è caratterizzato
prevalentemente dal
consolidamento delle tecnologie
esistenti, con macchine più
veloci ed economiche nel
campo dell’estrusione (FFF),
della stereolitografia (SLA), della
sinterizzazione laser per polveri di
resine e metalli (SLS), ma anche dalla
comparsa di un maggior numero
di macchine multifunzione e ibride
(stampa e scansione 3D, taglio laser
e fresatura), basate anche su bracci
robotici o veicoli automatici in grado
92
Il mercato della stampa 3D è stato
caratterizzato negli ultimi 12 mesi
dall’ingresso di alcuni protagonisti
dell’informatica tradizionale, come
Canon, HP, Olivetti e Ricoh. La
commercializzazione delle stampanti
3D di Olivetti e di Ricoh è già
iniziata, mentre quelle di HP saranno
disponibili a fine 2016 e quelle di
Canon nel 2017, anno in cui sono
attesi anche altri grandi produttori
come Toshiba, Konica Minolta ed
Epson, attratti da un mercato che è
considerato da molti analisti “The
next trillion-dollar industry”.
Secondo le stime rilasciate all’inizio
di giugno da Context nel corso
della fiera DRUPA di Düsseldorf, il
mercato globale della produzione
additiva (stampanti, scanner,
software, materiali, e servizi)
raggiungerà nel 2020 il valore di
quasi 18 miliardi di dollari, mentre
il giro d’affari delle sole stampanti
professionali e consumer passerà
dagli 1,8 miliardi di dollari del 2016
ai 6,4 miliardi di dollari nel 2020, con
un CAGR del 38%.
Questa impennata è dovuta al
fatto che la stampa 3D, che ha già
raggiunto una notevole diffusione
nel settore della prototipazione
rapida, inizia ora a diffondersi nel
ottobre 2016
Tecnologie emergenti
TANTE LE NOVITÀ IN UN MERCATO
DALLE CRESCITE PROMETTENTI
di stampare ‘out of the box’ oggetti
e strutture di grandi dimensioni.
Tra questi il centro di produzione
a braccio robotico realizzato da
Stratasys in collaborazione con
Siemens, Boeing e Ford; la stampante
a braccio robotico Galatea della
francese Drawn che costruisce
mobili; il robot multifunzione
MakerArm prodotto dalla startup
texana Techjango e il robot Triple
Delta del designer Olandese Van der
Geest.
La tendenza a integrare testine di
stampa 3D per plastica o metalli
nei bracci robotici per verniciatura
e saldatura o in robot umanoidi, è
generalizzata e viene sperimentata
nelle università e nei centri di ricerca
di tutto il mondo. Si sta anche
affermando la stampa 5D, basata
su robot a 5 assi, e la stampa 4D,
basata su materiali intelligenti, di cui
parleremo nella prossima rubrica.
I ricercatori di Siemens hanno
realizzato robot con otto zampe a
forma di ragno, dotati di telecamere
e scanner 3D chiamati SiSpis, capaci
di estrudere PLA (e in futuro altri
materiali) organizzati in squadre
governati da una sorta di ‘intelligenza
collettiva’ per realizzare strutture
come scafi di navi o fusoliere di
Giancarlo Magnaghi
QUELLI CHE... LA STAMPA 3D