DITORIALE
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Da qualche mese si sono accesi i riflettori sul nuovo regolamento europeo che si focalizza sulla
protezione dati e l’acronimo GDPR (dall’inglese General Data Protection Regulation) inizia a
essere utilizzato non solo nella comunicazione dei vendor più interessati al tema. Visto che a oggi
manca ormai meno di un anno all’entrata in vigore di questa nuova importante pietra miliare che
indirizzerà le aziende in modo molto vigoroso verso un nuovo modello di trattamento dei dati
personali, e quindi di relazione con i clienti, – si ricorda infatti che il GDPR sarà eettivo dal 25
maggio 2018 – cogliamo l’occasione di questo editoriale per rilanciare l’allarme dato da Gartner
sulla rivista Executive.IT (numero di maggio-giugno 2017) che viene realizzata in partnership con
Soiel International.
La società di ricerca più importante del mondo ICT e digitale ha infatti recentemente pubblicato
uno studio secondo il quale a fine del 2018, ovvero dopo sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo
regolamento, meno del 50% delle aziende interessate, che non sono solo quelle europee o che
hanno una sede in uno degli Stati della UE, saranno compliant al 100% con il GDPR.
Vista la portata dell’impatto sul business che il nuovo regolamento avrà sulle imprese, diamo
anche noi rilevanza ai cinque passi prioritari che la stessa Gartner indica come urgenti
rivolgendosi soprattutto a quelle aziende che finora hanno trascurato, dimenticato, oppure non
sanno ancora nulla, del GDPR.
Assumere la consapevolezza del proprio ruolo.
Ogni organizzazione che decide, a qualsiasi
titolo e per qualsiasi motivo lecito, di trattare dei dati di tipo personale di cittadini UE assume
anche il ruolo di controllore e custode di questi dati. Deve quindi identificare un rappresentante
che agisca come punto di contatto per le Data Protection Authority, e per qualsiasi persona
interessata a chiedere spiegazioni sul trattamento dei propri dati.
Nominare un Data Protection O cer.
Il regolamento obbliga molte realtà a nominare un Data
Protection Ocer (Dpo). Questo è mandatario per le organizzazioni pubbliche, per quelle che
svolgono elaborazioni frequenti e regolari, o svolgono un’attività di tracciamento/monitoraggio
sistematica, o in ogni caso compiono attività di elaborazione su set di dati di larga scala. Il
termine ‘larga scala’ è da intendersi in senso qualitativo, e non banalmente quantitativo.
Dimostrare responsabilità e padronanza dei processi aziendali.
Fino a oggi solo una piccola
minoranza di organizzazioni ha identificato bene tutti i processi aziendali interni che gestiscono
dati personali. In prospettiva, prima dell’avvio di ogni nuovo processo bisognerà arontare
il tema della rilevanza e della qualità dei dati che questo andrà a utilizzare; e questo per non
rischiare di perdere la compliance con il GDPR. Le organizzazioni a questo fine dovranno
dimostrarsi completamente trasparenti in relazione alle decisioni prese sul trattamento dei dati
personali.
Flussi di dati oltre i confini nazionali.
Il trasferimento di dati in uno dei 28 Paesi UE (UK ancora
inclusa, poiché finora non si sa come le trattative sulla Brexit aronteranno il tema GDPR)
continuerà a essere consentito, comprese Norvegia, Liechtenstein e Islanda. È inoltre possibile
trasferire i dati anche in altri 11 Paesi – Andorra, Argentina, Canada, Isole Faroe, Guernsey, Israele,
Isola di Man, Jersey, Nuova Zelanda, Svizzera e Uruguay – le cui normative sulla protezione dei
dati sono ritenute ‘adeguate dalla Commissione Europea. Per tutti gli altri Paesi al di fuori di
quelli indicati, devono essere utilizzate delle appropriate ‘salvaguardie’. Molta attenzione dovrà
essere esercitata dalle aziende europee nel controllare che i propri fornitori esterni alla UE
abbiano processi e meccanismi di controllo adeguati alla protezione prevista dal GDPR.
Prepararsi a gestire i maggiori diritti dei soggetti ‘padroni’ dei dati.
La nuova normativa
estende i diritti dei soggetti ai quali i dati personali fanno riferimento, ovvero ognuno di noi.
Questi includono: il diritto a essere dimenticati; il diritto alla portabilità dei propri dati e il diritto a
essere informati nel caso un’organizzazione che tratta dati personali di soggetti specifici subisce,
per esempio, una violazione dei suoi sistemi di protezione dati.
Insomma, per chi non si è ancora mosso, non c’è più tempo da perdere.
Ruggero Vota
ruggero.vota@soiel.itMa siamo pronti per il GDPR?
giugno 2017