DITORIALE
1
Non c’è motivo per non rispettare la tradizione che vuole che nell’ultimo numero dell’anno
si dedichi qualche riflessione ai fenomeni più importanti che abbiamo osservato nel mercato
ICT nazionale. L’operazione ha tanto più senso oggi, dopo un anno che a nostro avviso si
distingue dal passato per una sostanziale novità: il 2016 è l’anno della ‘svolta’!
La svolta non è però rappresentata da una corposa crescita nei numeri dei valori economici
principali che caratterizzano questo mercato; quelli si vedranno e si commenteranno più
avanti nel corso del 2017 e sinceramente non ci aspettiamo di vedere grandi crescite a livello
complessivo. Si tratta invece di una svolta in termini ‘culturali’ che ha coinvolto importanti
temi di innovazione. Il tema che da questo punto di vista riteniamo che nel 2016 abbia
veramente ‘svoltato’ è il cloud computing. Molte aziende italiane di ogni tipologia, tra la fine
del 2015 e l’inizio del 2016, hanno iniziato a provare i primi servizi cloud e riscontrati i primi
consistenti benefici hanno abbandonato ogni remora e hanno iniziato a trasferire tutto quello
che era facilmente trasferibile negli ambienti cloud. Questo soprattutto perché i vantaggi
riscontrati non sono stati solo economici, ma hanno comportato una maggiore adabilità
e sicurezza sul fronte della gestione dei dati, anche quelli di business, che risultano meglio
protetti rispetto a quanto può assicurare una qualsiasi infrastruttura ICT aziendale, e l’agilità
e la flessibilità con la quale un’azienda può mettere a disposizione applicazioni e dati
agli utenti interni, non solo nei contesti di mobilità, ma anche a partner, e talvolta clienti,
per rapide operazioni spot con durate temporali limitate. Le aziende che hanno iniziato a
lavorare con il cloud e che si sono trovate bene hanno accelerato i loro piani di adozione
rispetto a quanto previsto inizialmente, e questo ha portato anche altre imprese a guardare
concretamente al tema. Se fino all’anno scorso il senso comune nei confronti del cloud era
molto cauto o comunque anche didente – esemplificato dalla domanda “dove stanno i dati
della mia azienda?” – oggi questo approccio sta diventando minoritario e si può prevedere
che in un futuro prossimo sarà sempre più marginale. Il cloud ibrido quindi sarà lo scenario
nel quale dal 2017 in poi si muoveranno sempre più aziende del nostro Paese.
Un secondo tema che contribuisce secondo noi a definire il 2016 come l’anno della svolta è
quello dell’Internet of Things. Attenzione non stiamo dicendo che nel corso di quest’anno
siano esplosi gli investimenti in questa tipologia di progetti, ma semplicemente registriamo
il fatto che chi come Soiel International, attraverso sia l’attività giornalistica con le tre
testate ICT, sia l’organizzazione di eventi sul tema, ha trattato l’argomento andando nella
concretezza di cosa significa oggi IoT in termini di standard, architetture ICT e sicurezza, ha
potuto registrare un positivo interesse da parte di un pubblico di aziende utenti composito e
propenso a capire come iniziare a valutare questa opzione nel proprio contesto aziendale.
Un terzo tema che ha iniziato a palesarsi negli ultimi mesi dell’anno è poi quello delle
‘architetture dati’. L’aermarsi del cloud e l’interesse per l’IoT sono infatti confermate dal
fatto che molte strategie aziendali oggi guardano oltre alle informazioni che si possono
ricavare essenzialmente dai sistemi transazionali aziendali, ovvero cercano la possibilità
di correlare i dati di business con quelli provenienti dai sistemi aziendali che trattano
dati destrutturati, ma anche da sorgenti di dati esterne. Per queste realtà le architetture
tradizionali implementate fino a ieri dall’IT aziendale non bastano più. Si cercano
informazioni più ampie e complete, per prendere decisioni migliori. Queste tre tendenze,
apparse con più o meno rilevanza nel corso del 2016, è prevedibile che assurgeranno a ruoli
da protagonista nel prossimo anno a testimonianza anche di un’altra cosa importante: i
fattori tecnologici abilitanti per un cloud ibrido rapido e flessibile, per l’IoT e per le nuove
architetture dati non sono certo delle soluzioni banali. Per questo motivo quindi crediamo
che la vera svolta, che ricomprende i tre ambiti citati ma anche tanti altri, sia in realtà una
sola: la tecnologia ICT non sarà più considerata solo come una commodity.
Ma voi come rispondereste alla domanda del titolo di questo editoriale? (scriveteci
all’indirizzo qui sotto; noi saremo felici di pubblicare le vostre riflessioni)
Ruggero Vota
ruggero.vota@soiel.itMa l’ICT è ancora una commodity?
novembre-dicembre 2016