DITORIALE
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Qualcuno nei giorni scorsi mi ha chiesto che consiglio darei oggi a un giovane
che appassionato di temi tecnologici non solo ICT si a accia, dopo una
preparazione universitaria e post universitaria, sul mercato e quale strada può
essere più interessante rispetto alle diverse possibilità che tuttora si presentano.
Mi sono trovato a dir poco imbarazzato, e ammetterete anche voi che non è facile
dare una risposta a una domanda così impegnativa. La situazione di mercato non
è certo florida, come dicono anche le previsioni del 2014, e sinceramente prendersi
una responsabilità verso una persona che oggi inizia il suo percorso professionale
è piuttosto azzardato. Certo uno rimane anche lusingato solo per il semplice fatto
che gli vengano poste questo tipo di domande, ma il macigno da prendersi sulle
spalle è comunque pesante.
Dopo qualche attimo di meditazione, però, la mia risposta non si è fatta attendere
e ho condiviso con il mio interlocutore alcune delle considerazioni che espongo
qui brevemente. Prima di tutto ho spiegato come oggi sia essenziale anche
per un giovane con un profilo essenzialmente tecnico ampliare la propria base
di competenze e di esperienza alle tematiche del business. La tecnologia, non
da oggi, non è più un esercizio accademico che rimane confinato nella ricerca
della migliore soluzione a tutti i costi, ma sempre di più è invece il regno
della migliore soluzione possibile, ovvero compatibile con le esigenze, e i budget,
a cui bisogna fare riferimento. Per un bravo tecnologo quindi il confronto con
il business è essenziale se si pensa che la propria professionalità dovrà crescere sia
in una grande organizzazione internazionale, sia in una società italiana più o meno
grande focalizzata su determinati temi, ma anche, e direi soprattutto, se si pensa
di dare vita a una startup. Il confronto con il mercato è essenziale, soprattutto
per diventare dei bravi tecnici, e magari poi per aprirsi anche a una carriera di tipo
più commerciale o, una volta scoperto dentro di sé il ‘sacro fuoco’, per iniziare
a pensare di diventare imprenditori delle proprie idee e delle proprie capacità.
Il primo consiglio è quindi cercare di approdare in un’azienda che permetta
un ‘ricco’ confronto con il business nel giro di poco tempo. Se questo non dovesse
verificarsi, allora non si deve avere paura a cambiare, certamente con tutte
le cautele che la situazione generale e quella individuale impone.
Questa lunga premessa è naturalmente servita anche a prendere tempo e a dare
forma più organica alla risposta che si aspettava il mio interlocutore alla domanda:
in che area oggi è meglio indirizzarsi?
La risposta a questo punto è stata molto semplice: l’integrazione. Sono convinto
infatti che nella nuova era digitale che porterà gli individui, le aziende, le filiere
di determinati settori, le relazioni fornitore/cliente a essere sempre connessi,
a trattare dati sempre più eterogenei, a gestire con l’IT processi e attività fino
a oggi impensabili, a consolidare cose che oggi sono disperse o che corrono
in parallelo senza parlarsi, ebbene in questo scenario così composito l’esperienza
e la competenza più ricercata, e che darà più valore, sarà quella di chi saprà
integrare software di base, sistemi, applicazioni e molto altro ancora. Insomma, c’è
da rimboccarsi le maniche e quindi mente aperta, cuore sereno e… scarpe comode.
Ruggero Vota
Il futuro dell’IT… nell’integrazione
giugno 2014