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07 Aprile 2022 dalle 09:00 alle 18:45
Urban Mobility Conference
Efficiente, multimodale, sostenibile: la transizione all’elettrico e al digitale della nuova mobilità urbana
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Per informazioni: Virginia Gerosa
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Mobility Management in ISTAT
Patrizia Grossi, Mobility Manager – ISTAT
Patrizia Grossi è uno dei 305 MM di Roma Capitale, di cui si diceva prima: guida un team di 18 persone che sul territorio nazionale dove si trovano le sedi dell’Istituto si occupano di programmare la mobilità dei dipendenti. Uno dei primissimi messaggi è che l’attività degli MM produce benefici per i colleghi, per l’ente, ma anche per la collettività. Proprio per questi motivi quella del Mobility Management è una attività da incentivare e potenziare. Diverse cose sono state fatte, ma molte restano da fare per una mobilità veramente sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale.
La normativa che riguarda il Mobility Manager, ha ricordato la MM dell'Istat, è risalente al 1998, ma la rilevanza di una figura dedicata alla mobilità sostenibile è stata attualizzata con il Decreto Rilancio 2020, che ha reso obbligatorio il MM per le aziende con più di 100 dipendenti e in Comuni con oltre 50mila abitanti.
La mobilità è un settore fondamentale per lo sviluppo sostenibile, punto di partenza degli obiettivi dell'Agenda 2030, il programma sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell'ONU, quali sviluppo sostenibile, salute e benessere, città sostenibili, consumo e produzioni responsabili e lotta al cambiamento climatico. Riguardo alla lotta al cambiamento climatico si riportano i risultati dell’analisi degli spostamenti casa-lavoro 2020-2021 dei dipendenti ISTAT: un singolo dipendente percorre in media al giorno 27,5 Km, impiegando circa 1h e30m. Le emissioni medie di anidride carbonica giornaliere di ciascun dipendente sono risultate pari a 2 kg prima della pandemia e pari a 7,7 kg nel periodo “post pandemia”. L’aumento è dovuto al maggiore utilizzo del trasporto privato. I dipendenti delle sedi ISTAT nella città di Roma per gli spostamenti casa-lavoro hanno immesso nell’ecosistema nel periodo della pandemia 660 tonnellate di Co2, mentre nel periodo post pandemia 1376 tonnellate (più del doppio). In conclusione, risulta evidente che è necessario, ma anche possibile, attuare misure per ridurre gli impatti della mobilità sui cambiamenti climatici, in primo luogo facendo leva sulla multimodalità dell’utilizzo del mezzo di trasporto (piedi/bicicletta, mezzo pubblico, mezzo collettivo, sharing elettrico), ma soprattutto sulla flessibilità lavorativa. Lo smart working, infatti, abbatte i costi aziendali, riduce drasticamente l’inquinamento ambientale, aumenta la produttività del lavoratore e l’efficienza del servizio”: queste NON sono soltanto le parole, sancite da numerosi studi scientifici, ma sono le condizioni necessarie del "newnormal"!