La micromobilità ridefinisce le modalità di spostamento e le dinamiche urbane, dando nuove opportunità di vivere le città ed introducendo forti novità in termini di prodotto e di servizi, promuovendo il ritorno ad una città più a misura d’uomo. Un nuovo paradigma di mobilità urbana favorito dal ritorno delle cargo bike “2.0” – ovvero elettriche – e da una nuova generazione di city e-bike. Nel suo speech Massimiliano Monesi ha toccato questi ed altri aspetti della micromobilità e si è soffermato anche sulla sua evoluzione in termini di benessere e sostenibilità. Un sondaggio della McKinsey ha rilevato che in Italia la bici è il veicolo di mobilità urbana preferito dal 49% delle persone che vi hanno partecipato, i monopattini dal 19%, gli e-scooter dal 13%. Le vendite di bici sono in forte aumento: nel 2020 sono cresciute del 44% sull’anno precedente ed il 2021 conferma per le e-bike questo trend positivo. Perché oggi si usano di più? La ragione citata dal 55% degli intervistati è l’evitare il trasporto pubblico per timori legali alla pandemia, il 41% lo considera un mezzo alternativo per efficacia ai veicoli a motore ed il 27% un’opportunità per fare esercizio fisico con continuità.

Quali i freni di questi prodotti? Una ricerca di Shimano ne ha individuati tre: il costo (indicato dal 52%, anche a causa dei furti), la sicurezza stradale (22%) e la poca conoscenza del mezzo (18%), in particolare la bici a pedalata assistita.