Piazzale Loreto, a Milano, è un esempio calzante dove contemperare interessi pubblici e privati, ha dichiarato Michele Montevecchi. Come noto su questo piazzale convergono numerose direttrici stradali e negli anni 60, con l’arrivo della motorizzazione di massa, quello che era uno spazio pubblico milanese diventò un grande incrocio dominato dal traffico, impenetrabile alla mobilità pedonale e ciclabile, un enorme crocevia senza nessuna vita pubblica. Piazzale Loreto è tuttora uno spazio che nega ogni forma di urbanità e non appartiene a nessuno dei quartieri o della comunità ad esso adiacenti.

Il progetto LOC - Loreto Open Community si propone di riconfigurare profondamente in tale sito il ruolo dell’automobile, riducendo drasticamente la superficie occupata dal traffico pur salvaguardandone la funzionalità (uno specifico studio del traffico ne dimostra il risultato), un processo che consente di far emergere 10.000 metri quadrati di spazio pubblico connesso alla città attraverso una fitta rete di nuovi percorsi ciclopedonali, oltre che connessioni tra il trasporto pubblico e la mobilità dolce e condivisa.

Il progetto è un manifesto di una nuova generazione di progetti che si basano su un principio fondamentale: “la città non è dell’automobile ma dei cittadini”.

Tra le realizzazioni anche sistemi fotovoltaici su una superficie di 5000 mq., riduzione dell’impatto CO2 del 35%, risparmio energetico del 90% rispetto a soluzioni tradizionali, oltre a indiscussi benefici climatici e ambientali collegati alla massiccia presenza di verde. 

Complessivamente, ha annotato Montevecchi, a fronte di circa 60 milioni di investimenti ci sarà un Social Return of Investment stimato in 250 milioni di euro, considerando anche il benessere degli abitanti della zona la costruzione di un nuovo landmark e la rivalutazione degli immobili in zone limitrofe. Inoltre Loreto avrà anche una vita notturna, oggi inesistente, garantendo presidio e sicurezza a tutte le ore del giorno e della notte, tutti i giorni della settimana.

A lavori ultimati, ha anticipato Parolotto, il piazzale subirà una metamorfosi e anche la circolazione pedonale, oggi problematica, diventerà una cosa facilmente praticabile. Il progetto è un manifesto di una nuova generazione di progetti che si basano su un principio fondamentale: “la città non è dell’automobile ma dei cittadini”.