Nel suo intervento di apertura Enrico Giovannini, ha parlato di diversi temi attinenti alla mobilità. In primo luogo, ha ricordato il PNRR: il suo Dicastero ha in gestione una parte importante dei fondi assegnati all’Italia: circa 61 miliardi. Inoltre ci sono i fondi della legge di Bilancio da aggiungere. In parte serviranno per fronteggiare gli extra costi dei progetti, lievitati rispetto al momento della loro ideazione. Comunque i progetti al vaglio sono molti, alcuni già assegnati, altri in corso di istruzione. Il Ministro ha assicurato che farà il possibile per accelerarne la realizzazione. Le convenzioni firmate con gli enti locali sono già 150 (forse in questo momento rispetto alla data dell’evento qualcuna in più). Come noto la data del 2026 è importante da rispettare ma Giovannini ha anticipato che per la trasformazione digitale ci vorrà più tempo e già da ora si pensa ai piani per il dopo: i miliardi in gioco sarebbero complessivamente 104. Sono stati ideati approcci nuovi e innovativi, ha aggiunto, per le assegnazioni allo scopo di rispettare il più possibile il criterio della trasparenza. La crisi pandemica ha inciso sulla formulazione dei progetti, in parte rivisitati e sottoposti a verifiche. Ad esempio è in corso un ripensamento della rete delle stazioni ferroviarie. Si sta pensando alla possibilità di usare la figura dell’Integratore di dati per la mobilità. Ci sarà, per esempio, un maggiore coinvolgimento dei mobility manager locali e di area. Gli investimenti infrastrutturali sono della massima importanza e vanno valutati nella migliore delle maniere, ha ammonito Giovannini.