Smart meeting & working spaces

VALUE PARTNER ZONE

08 Marzo 2022 dalle 10:00 alle 13:30

Smart meeting & working spaces

Gli spazi, gli strumenti e i modi del lavoro digitale e collaborativo

FORMULA WEBINAR

Per informazioni: Beatrice Galimberti
beatrice.galimberti@soiel.it - 02 30453322

Nuove esperienze acustiche

Ezio Rendina, ingegnere ambientale CEO - Viva Consulting&Management

La pandemia ha cambiato il modo di lavorare. Parliamo del “remote working” piuttosto che di “home working” (si noti come non uso la parola “smart working” in quanto, secondo me, meno adatta). Dal punto di vista acustico ciò ha avuto tre ripercussioni fondamentali:
1- Si svolgono sempre più remote meeting al posto degli incontri fisici tra le persone. Pertanto le sale riunioni sono collegate in conference call con altre sale riunioni. Le sale che prima  presentavano una solo discreta qualità acustica se impiegate in remote meeting diventano inadeguate. I migliori microfoni ed altoparlanti hanno infatti una capacità di discernere e riprodurre la voce umana inferiore all’orecchio umano. Di conseguenza la qualità acustica richiesta nelle sale di remote meeting è superiore a quella delle normali sale riunioni.
2- Con il remote working gli ambienti ora ereditano funzioni lavorative che prima non gli appartenevano. Ne consegue che ora abbiamo una diversa percezione dell’ambiente in cui ci troviamo a lavorare, non foss’altro perché li viviamo in orari ufficio quando prima in questi orari eravamo, appunto, in ufficio. Succede che si avvertano disturbi sonori che prima ci erano ignoti, disturbi che possono generare “annoyance”, cioè difficoltà alla concentrazione che ne limita la produttività. Di conseguenza è necessario un maggiore isolamento acustico dei nuovi ambienti ibridi di vita/lavoro.
3- Le nuove esigenze igieniche richieste nei luoghi di lavoro comportano un maggior ricambio di aria negli ambienti, il che implica un aumento delle portate d’aria in ingresso e in uscita dagli stessi. Questo, nella maggior parte dei casi, equivale ad aumentare le velocità dell’aria all’interno dei canali di distribuzione. Tale aumento delle velocità comporta un aumento del rumore immesso negli ambienti e di conseguenza un maggior disturbo a chi ci lavora. Senza contare che spesso viene anche meno il rispetto dei limiti massimi di immissione sonora di cui al D.P.C.M. 5/12/97 e alla norma UNI 11367-2010.