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09 Giugno 2022 dalle 09:00 alle 16:15
Smart City Conference
Un ecosistema interconnesso all'insegna della sostenibilità e della sicurezza per offrire nuovi servizi ad imprese e cittadini
FORMULA WEBINAR
Per informazioni: Kelen Zakelj
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Il futuro dei dati prodotti dalle smart cities
Avv. Vincenzo Colarocco, Responsabile del dipartimento "Compliance, media e tecnologia" - Studio Previti
L'intervento ha avuto per oggetto l'analisi degli aspetti positivi offerti dalle smart city, ai fini del miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva, con un focus sui potenziali rischi correlati, in modo particolare, alla capacità di raccogliere, elaborare e trasformare la mole imponente di dati, sfruttando l'interazione con altri strumenti, quali cloud, internet delle cose e big data. Nuove tecnologie che si collocano, peraltro, sotto la lente di ingrandimento del legislatore europeo, con la messa a punto del Data Act.
Si tratta di un complesso di norme si propone di far adottare un nuovo approccio relativamente all'uso e l'accesso ai dati generati nell'UE in tutti i settori economici, in linea con la strategia europea per la data economy per il raggiungimento degli obiettivi europei per il 2030.
Lo scorso 5 maggio l'EDPB (Comitato Europeo per la Protezione dei dati Personali) e l'EDPS (Garante europeo della protezione dei dati) hanno fornito parere favorevole alla bozza del "Data Act Regulation", avanzata dalla Commissione europea lo scorso 23 febbraio.
In particolare, l'obiettivo che la Commissione si pone con questo Regolamento è quello di stimolare la concorrenza nel mercato dei dati personali, un settore in cui le posizioni dominanti delle big tech sono fin troppo evidenti.
La Commissione Europea ha infatti osservato che, mentre il volume dei dati generati dagli esseri umani e dai macchinari/dispositivi da questi utilizzati è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, la maggior parte dei dati sono inutilizzati o sono concentrati nelle mani di poche grandi aziende, leader del mercato. Troppi ostacoli tecnologici e scarsi incentivi a inserirsi nel business pongono delle barriere all'ingresso di questo mercato impedendo la creazione di concorrenza effettiva, condizione necessaria per sviluppare un vero contesto innovativo. Per queste ragioni la Commissione si pone l'obiettivo di ridurre il divario digitale in modo che tutti possano beneficiare di queste opportunità.
La proposta di Regolamento pertanto prevede una serie di misure volte a consentire ai consumatori e ad altre imprese di accedere ai dati generati dai prodotti o dai servizi che possiedono, affittano o noleggiano. Il regolamento imporrebbe ai produttori di progettare i prodotti in modo da rendere i dati facilmente accessibili e favorire una comunicazione trasparente circa le modalità di accesso. Il tutto ovviamente senza pregiudicare la possibilità per i produttori di accedere e utilizzare i dati dei prodotti o dei servizi che offrono; a patto che questo sia concordato con l'utente. Gli utenti avranno il diritto di autorizzare il titolare dei dati a dare accesso ai dati a terzi fornitori di servizi, come i fornitori di servizi post-vendita.
Il progetto di Regolamento, eliminando alcuni degli ostacoli alla concreta fruibilità del diritto alla portabilità dei dati, offre la possibilità di sviluppare un'offerta di prodotti alternativi o servizi correlati, aumentando la competitività e favorendo l'innovazione (attraverso lo sviluppo di prodotti o servizi collegati a quelli inizialmente acquistati o sottoscritti dall'utente). È facile presumere che in questa maniera, un po' come è avvenuto per le società nel settore dei servizi di telefonia fissa e mobile, si otterrà una maggiore concorrenza tra i player e un'apertura ai servizi post vendita offerti da terzi. Infatti, viene in questo modo demolito l'effetto lock-in creato dal controllo esclusivo dei dati generati dall'uso di un prodotto o servizio. Come conseguenza ulteriore i consumatori potranno beneficiare di una scelta più ampia nei servizi post-vendita, come la riparazione e la manutenzione ad opera di terzi, senza dipendere dai servizi del produttore.
Vale la pena ricordare che il Data Act è, allo stato, una proposta.