L’intervento di Stefano Nocentini si è focalizzato sulla sanità del futuro che si baserà sempre più sulla cooperazione tra differenti attori che sappiano coniugare il mondo fisico e quello digitale, rendendolo accessibile anche alle persone più in difficoltà come anziani e disabili. Bisognerà accettare quindi il concetto di ecosistema per fare bene queste cose. Il paziente ha quindi un ruolo centrale.

In punti:
•  Una diagnosi corretta rappresenta il punto di partenza
•  Un trattamento personalizzato, passando pertanto da una logica standard a una individuale
•  Una degenza rapida
•  Un'assistenza globale fino alla guarigione, secondo principi di origine olistica

Per cogliere questi risultati, ha ribadito più volte il relatore, è però necessario coinvolgere molti attori, almeno una dozzina, nel settore sanitario e farli interoperare tra di loro. Vanno quindi definite relazioni chiare. Inoltre un ecosistema che funzioni bene ha bisogno di un leader capace di tenere insieme e governare i diversi attori. Come il direttore d’orchestra che non sa suonare tutti gli strumenti, ma sa come farli interagire.

Le tecnologie abilitanti ci sono, anche se non sono del tutto mature, stanno maturando. È il caso dell'intelligenza artificiale e delle soluzioni per l’analisi dei dati. Inoltre, altro elemento importante è la Total Experience per gestire i pazienti in modo appropriato. L’approccio multicanale può svolgere un ruolo rilevante, ma in definitiva la chiave del successo sta nell’esperienza end-to-end dei pazienti e degli operatori. E anche l’esperienza, come la tecnologia, non possono che migliorare con il passare del tempo.