Come coniugare la crescente domanda di potenza computazionale, e il conseguente consumo energetico, con la sostenibilità di questo modello? Uno studio della Commissione Europea ha calcolato che nel 2018 il consumo di energia dei datacenter degli Stati UE è stato equivalente al 2,7% della domanda di elettricità complessiva. Tuttavia, in seguito alla pandemia e alla diffusione su larga scala del lavoro da remoto, all’aumento della diffusione di nuovi servizi digitali abilitati dalle nuove infrastrutture di rete (come l’FTTX e il 5G) e dal cloud computing, si prevede che la domanda continui ad aumentare sino ad almeno il 2030. Per questo motivo l’efficientamento energetico dei datacenter e la loro transizione verso forme più sostenibili sono temi centrali. Non a caso il cambiamento sta diventando conveniente anche a livello economico, con investimenti che crescono esponenzialmente: secondo una ricerca di MarketsandMarkets, infatti, il mercato dei datacenter sostenibili, che nel 2020 valeva 49,2 miliardi di dollari, arriverà a 140,3 miliardi nel 2026.

Per Leoni l’industria ICT è chiamata a giocare un ruolo fondamentale nella transizione green dell’intero sistema economico, in particolare per quanto riguarda l’aspetto energetico, anche per effetto della diffusione dell’architettura Edge che farà aumentare i consumi. Ci si spetta un aiuto da tecnologie come l'Intelligenza Artificiale e da una migliore interconnessione tra DC e tra DC ed Edge, oltre che da nuove modalità di raffreddamento.

Oggi il PUE (Power Usage Effectiveness) ideale, che misura l’efficienza di un DC, dovrebbe essere vicino a 1, invece la media mondiale è di 1,8. Bisognerà dunque lavorare molto per scendere ad almeno un livello di 1,4 auspica Leoni, tenendo conto dei rapidi sviluppi della tecnologia.